Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in inglese il 26 gennaio 2011
Il Primo Ministro Silvio Berlusconi è di nuovo al centro
di scandali di prostituzione e corruzione. Questa volta i pubblici
ministeri di Milano hanno emesso un invito a presentarsi di 384
pagine, con accuse penali nei confronti del premier.
L'evidenza mostra che i festini sono stati organizzati presso
la opulenta residenza di Arcore da alcuni dei suoi più
stretti collaboratori, come capo redazione Emilio Fede, il dichiarato
fascista Lele Mora e consigliere della regione Lombardia Nicole
Minetti. Il coinvolgimento della 17enne marocchina Karima El-Mahroug,
nota come Ruby, nei cosiddetti party "bunga-bunga",
è diventato il centro dell'attenzione dei media.
Come al solito, Berlusconi sta attaccando le autorità
alla maniera di un mediocre dittatore opponendosi all'ordine di
comparizione per un interrogatorio chiesto dal procuratore distrettuale.
Ha dichiarato: "Vorrei presentarmi davanti ai giudici ma
non lo farò perché la procura di Milano non è
competente in materia" e ha aggiunto che i suoi difensori
"sono stati impegnati in 2560 udienze, con più di
mille magistrati, con un costo per me di oltre 300 milioni di
euro in avvocati e consulenti".
L'evidenza rivela un grado di depravazione che ha provocato
disgusto generale. Tuttavia, lo scandalo viene utilizzato per
deviare l'attenzione dalla grave crisi che sta travolgendo l'Italia
e per risolvere i conflitti all'interno della classe dirigente
su come far passare le cosiddette "riforme", che non
sono altro che attacchi massicci alle condizioni dei lavoratori.
Il più recente di tali attacchi è il contratto
Fiat Mirafiori (vedi "Voto Fiat
Mirafiori: I sindacati coadiuvano un attacco contro I lavoratori
di dimensioni storiche"), una sconfitta storica che distrugge
conquiste importanti frutto di dure lotte dei lavoratori. Ma ciò
aggrava anche le già esplosive condizioni sociali, come
i recenti eventi rivoluzionari nella vicina Tunisia e in altre
parti del mondo dimostrano. Nella mente di molti potenti, ulteriori
attacchi contro la classe lavoratrice richiedono la sostituzione
dell'impopolare Berlusconi.
Uno dei primi sostenitori delle dimissioni del primo ministro
è stato il suo ex principale alleato politico, il neo-fascista
Gianfranco Fini, che si è scisso per formare il nuovo partito
Futuro e Libertà (FLI) e una nuova alleanza, il Terzo Polo,
con il camaleonte politico Francesco Rutelli e il democristiano
Pier Ferdinando Casini. Dopo non essere riuscito a ottenere il
voto di sfiducia in parlamento il 14 dicembre Fini si è
praticamente ritirato dalla scena pubblica fino a quando i pubblici
ministeri hanno emesso il mandato di comparizione.
Ora il Terzo Polo sta tentando di nuovo di far fuori Berlusconi,
partner politico di Fini per 16 anni, chiedendo le dimissioni
immediate del primo ministro. In una dichiarazione, che equivale
ad una auto-accusa, Fini ha sottolineato la "concezione patrimoniale
e para-feudale della politica" adottata dal partito che lui
e Berlusconi hanno guidato prima della recente separazione.
Questa operazione contro Berlusconi ha il sostegno di vasti
strati all'interno della borghesia industriale. La presidente
di Confindustria Emma Marcegaglia ha lamentato che "da sei
mesi a questa parte l'azione del governo non è sufficiente.
Il paese ha bisogno di capire se il governo è in grado
di fare le riforme altrimenti bisognerà fare un'altra scelta.
Serve stabilità, non fine a se stessa ma per promuovere
riforme".
Questa affermazione aiuta a rivelare cosa si cela realmente
dietro l'eruzione del cosiddetto scandalo Ruby. Le "riforme"
a cui Marcegaglia si riferisce sono in linea con il recente contratto
Fiat. Per "stabilità" si intende l'imposizione
di misure di austerità e di repressione, in condizioni
in cui l'attuale governo ha perduto la sua credibilità
ed è incapace di controllare e reprimere il malcontento
popolare.
Un candidato per la leadership di un nuovo governo è
stato proposto sia da Marcegaglia che dal FLI di Fini: l'attuale
ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti, membro
del PdL di Berlusconi, con forti simpatie per la xenofoba Lega
Nord.
Indipendentemente dalla selezione finale o meno di Tremonti,
la logica politica è chiara. Ciò che è previsto
è una coalizione tra la destra e la cosiddetta sinistra.
La destra e i neo-fascisti da un lato, e gli ex-stalinisti e i
socialdemocratici dall'altro. Italo Bocchino, portavoce del FLI,
commentando la proposta di Tremonti, ha dichiarato: "andiamo
dritti verso una soluzione alla tedesca [riferendosi alla grande
coalizione tra socialdemocratici e di destra democratici-cristiani].
E chi meglio di Tremonti potrà guidare un governo di grande
coalizione?"
La carriera politica di Tremonti è rivelatrice. Durante
gli anni '80 è stato membro attivo e candidato parlamentare
del Partito Socialista Italiano. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica
e in seguito a "Mani Pulite" si è alleato a Berlusconi.
La prospettiva di una tale coalizione richiede un esame del
ruolo perverso della "sinistra", che non solo ha facilitato,
ma ha addirittura condotto gli sforzi.
I primi segnali di sostegno al terzo polo sono arrivati dal
Partito Democratico (PD), formazione politica di centro-sinistra
che comprende sezioni dell'ex stalinista Partito Comunista Italiano
(PCI), prima del voto fiducia 14 dicembre (vedi: "Italia:
manovra a destra alla base dell'ultimo scandalo Berlusconi").
Dopo che Berlusconi ha resistito al voto di fiducia grazie a una
risicata maggioranza di tre voti, Pier Luigi Bersani, segretario
PD, ha apertamente proposto un'alleanza con il terzo polo e ha
dichiarato che voleva "presentare entro gennaio una proposta
a tutte le forze di opposizione di centro e di centrosinistra,
che può avere anche un profilo elettorale".
Vedendo il neo-fascista Fini rimanere tranquillo sulla questione,
nei giorni scorsi Bersani ha espresso la sua apprensione e rinnovato
il suo invito con urgenza, "il terzo polo decida con chi
stare".
Walter Veltroni, ex segretario del PD e in passato leader del
PCI, che ha espresso "il rispetto, l'ammirazione e la gratitudine"
ai lavoratori Fiat che hanno votato a favore del contratto di
Mirafiori, ha esteso la proposta a "tutte le forze politiche.
Qualsiasi soluzione è meglio di questa, elezioni comprese".
Sottintesa è l'inclusione della razzista Lega Nord, unico
partner rimasto di Berlusconi, in una grande coalizione.
Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino (PD) ha precisato in
modo ancora più chiaro: la Lega Nord "molli Berlusconi
se vuole portare a casa il federalismo". Accentuando i suoi
toni nazionalisti nell'anno in cui l'Italia celebra il suo 150°
anniversario, Chiamparino ha anche offerto la sua disponibilità
politica e sostegno alla reazionaria Lega Nord: "Il federalismo
deve essere essere la ricostruzione istituzionale di un livello
più avanzato dell'Unità d'Italia". Chiamparino
ha forti legami con il ministro per la semplificazione normativa,
il leghista Roberto Calderoli, così come con lo stesso
Tremonti.
Spostandoci leggermente più a "sinistra" dello
spettro politico, Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia Libertà
(SEL), osserva che il PD è stato respinto dai neo-fascisti
e invita quindi Bersani a forgiare un patto con il suo partito
come la cosa migliore da fare. Il terzo polo "segno che sta
lavorando a un'altra ipotesi" scommette Vendola, che offre
una "coalizione riformatrice che voglia mettere al centro
l'Italia".
La catena di opportunisti non è completa senza il partito
di "estrema sinistra" Rifondazione Comunista. In una
dichiarazione rilasciata la scorsa settimana per le prossime elezioni
a Milano, Rifondazione propone "un nuovo rinascimento per
Milano, con [Giuliano] Pisapia e con la sinistra unita si può
vincere".
Pisapia è un avvocato che recentemente ha vinto le primarie
del PD nelle elezioni del sindaco di Milano. Questo tipo di alleanze
è proprio quello che ha permesso a Vendola di diventare
governatore della Puglia. Mentre Rifondazione e SEL si spostano
a destra entrando a far parte del PD nelle primarie di coalizione,
lo spostamento della popolazione a sinistra trova espressione
nel sostegno elettorale per candidati come Vendola e Pisapia che
fraudolentemente si presentano come "a sinistra dell'establishment".
Rifondazione afferma che "è perciò necessaria
una alleanza democratica di tutte le forze sociali e politiche
che ritengono indifferibile il cambiamento e che si ritrovi unita
intorno a valori condivisi come quelli della Costituzione, del
lavoro e dei beni comuni". In altre parole, questo è
un partito di ordine borghese . L'opportunismo e il collaborazionismo
di classe di Rifondazione hanno allontanato i lavoratori e hanno
fatto perdere al partito tutti i suoi seggi in parlamento nel
2008.