Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in inglese il 12 novembre 2010.
Le nuove rivelazioni sul coinvolgimento in casi di prostituzione
e corruzione del Primo Ministro Silvio Berlusconi indicano una
nuova fase della crisi politica che sta travolgendo lItalia.
Il neo-fascista Gianfranco Fini sta emergendo come un suo grande
rivale e sta valutando possibili alleanze con politici di tradizione
stalinista.
Karima el-Mahroug, nota anche come Ruby, è lultimo
nome aggiunto ad una lista di giovani donne coinvolte nella vita
sessuale del premier, da Noemi Letizia a Patrizia DAddario
a Nadia Macrì. Nel caso di Ruby, le accuse di corruzione
della polizia sono emerse dai rapporti della polizia stessa, secondo
cui Karima era stata trattenuta dalla procura milanese nellambito
di uninchiesta sulla prostituzione.
Secondo il capo della questura di Milano, Pietro Ostuni, Berlusconi
lo ha chiamato personalmente per chiederne il rilascio della giovane
el-Mahroug, sulla base del suo rapporto personale con lei e per
motivi diplomatici. Berlusconi avrebbe falsamente affermato che
Ruby è una parente stretta del presidente egiziano Hosni
Mubarak.
La classe dirigente, devastata da conflitti interni su come
architettare un nuovo spostamento a destra per abbattere il tenore
di vita dei lavoratori, sta usando gli scandali sessuali per distrarre
I lavoratori stessi da una grave crisi economica di cui lei è
la sola responsabile. Sebbene nessuna decisione definitiva sia
stata effettuata riguardo a un nuovo governo, vi è un ampio
accordo nella classe dirigente sulla necessità di far dimettere
Berlusconi definitivamente. La sua impopolarità renderebbe
nuovi attacchi contro la classe lavoratrice politicamente troppo
esplosivi.
La crescita dei politici neo-fascisti
La rottura con il Popolo della Libertà (PdL) da parte
di Fini è un serio avvertimento alla classe lavoratrice
che i piani per nuovi tagli e repressione sono già a buon
punto. Fini ha cominciato ad allontanarsi dal primo ministro la
scorsa estate, formando una nuova fazione parlamentare destinata
a diventare un partito politico a gennaio.
Al primo convegno nazionale del suo neonato Futuro e Libertà
per lItalia (FLI) lo scorso fine settimana, accompagnato
dallinno nazionale italiano, ha chiesto: Berlusconi
si dimetta. Sebbene Fini sia stato uno dei leader del governo
Berlusconi, ha affermato che il governo ha perso la rotta,
galleggia.
Significativamente, i neofascisti si stanno rivolgendo ai partiti
stalinisti. Fini ha affermato: non sarò subalterno
alla sinistra, ma dobbiamo smettere con questa paura dei comunisti.
Quel mondo è molto più complesso.
Leredità politica del gruppo FLI risale al regime
di Benito Mussolini, anche se ha fatto tentativi sistematici di
nascondere il suo passato fascista e assumere una parvenza democratica.
Questo orientamento fu impostato dal mentore di Fini, il fascista
Giorgio Almirante, il quale giocò un ruolo attivo nel governo
di Mussolini, in particolare a sostegno delle leggi razziali fasciste
del 1938.
Nel 1980 era in cerca di un erede giovane alla guida del partito
neo-fascista di cui era a capo, il Movimento Sociale Italiano
(MSI). In unintervista al Corriere della Sera, Almirante
disse che la sopravvivenza di un partito nazionalista e statalista-corporativo
richiedeva la rottura con le icone classiche della nostalgia fascista,
senza però compromettere la politica di base del controllo
autoritario dello Stato borghese.
Fini ha ereditato questa prospettiva e ora rappresenta sezioni
della borghesia che cercano di sbarazzarsi di Berlusconi. La fedeltà
di Fini alla grande industria è stata riaffermata in una
recente dichiarazione, in cui ha sostenuto la prospettiva avanzata
da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria.
Una settimana fa, la Marcegaglia si lamentava che cè
uno smarrimento forte nel paese, mancanza di fiducia. È
necessario ritrovare il senso delle istituzioni e della dignità,
sottolineando la necessità di un forte rispetto dello
stato e delle istituzioni.
Più esplicitamente, ha individuato nella crisi economica
un problema politico. In un messaggio indirizzato alla classe
dirigente politica, ha lamentato la bassa crescita
e ritardi nellattuazione di riforme ormai condivise.
Queste riforme consistono di ulteriori attacchi al tenore di vita
dei lavoratori, con tagli alla spesa sociale e austerità
fiscale. Questo sarebbe il compito principale di un governo post-Berlusconi.
Alla base di questo processo cè un declino economico
che riflette una più ampia crisi sistemica delleconomia
internazionale. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede
il tasso di disoccupazione in Italia al 10,5 per cento entro la
fine del 2010. Per i giovani tra i 15 e 24 il tasso è molto
più alto: 26,3 per cento.
Secondo un recente rapporto rilasciato da Mario Draghi, governatore
della Banca dItalia, il prodotto interno lordo (PIL) è
sceso di quasi 7 punti dallinizio della recessione del 2008.
Più specificamente, la relazione evidenzia costi del lavoro
più alti in Italia rispetto al resto dellUE. Dal
1998 al 2008, i costi unitari del lavoro in Italia sono cresciuti
del 24 per cento, mentre in Germania, afferma la relazione, sono
diminuiti.
Lo scopo principale della relazione è quello di costruire
un caso contro i lavoratori: i salari sono troppo alti, e i lavoratori
dovrebbero lavorare di più per meno al fine di aumentare
la competitività delle imprese italiane. Il costo del lavoro
deve, in ultima analisi, scendere al livello dei lavoratori super-sfruttati
in Cina o altri paesi in via di sviluppo.
Questo approccio non è specifico dellItalia. Negli
Stati Uniti, il presidente Barack Obama ha supervisionato un attacco
massiccio su salari e tenori di vita, soprattutto da come si evince
dai tagli imposti ai lavoratori Chrysler e General Motors. In
Francia, la riforma sulle pensioni approvata dal governo Sarkozy
segna una nuova tappa sulle misure di austerità supportate
dal FMI contro gli anziani. In Grecia il governo di centro-sinistra
di George Papandreou ha imposto pesanti tagli salariali fino al
30 per cento.
La bancarotta della cosiddetta sinistra
Il riemergere di tendenze neo-fasciste, soprattutto in un paese
che è stato devastato da due decenni di brutale dittatura
fascista nel ventesimo secolo, richiede delle spiegazioni. Come
può esserci uno spostamento politico a destra quando i
lavoratori si stanno visibilmente spostando a sinistra, come dimostrato
dal recente aumento di scioperi e azioni industriali?
La ragione va ricercata nel vuoto creato dal fallimento totale
di ciò che passa per partiti di sinistrain
particolare le varie frammentazioni di Rifondazione Comunista.
Il ruolo della cosiddetta sinistra è quello
di preservare lo stato borghese a tutti i costi. Ciò può
assumere la forma di collaborazione perfino con i neo-fascisti
o, più tradizionalmente, di partecipare a governi di centro-sinistra
implementando massicci attacchi sociali alla classe lavoratrice.
Il governo di Romano Prodi nel 2006-2008 ha compreso una coalizione
di vari gruppi di centro-sinistra, come pure i partiti legati
alla tradizione italiana stalinista, come ad esempio Rifondazione.
Il crollo del governo Prodi nel 2008 è stato il diretto
risultato delle sue politiche reazionarie, sostenute da Rifondazione.
Il governo Prodi è stato responsabile di un calo dei
salari, così come di una riforma delle pensioni
che ha inflitto una grave sconfitta al diritto dei lavoratori
a una pensione dignitosa. In politica estera, il governo Prodi
è stato sostanzialmente allineato con limperialismo
statunitense. Ha approvato la fasulla guerra al terrore
come argomento legittimo per giustificare le guerre criminali
in Afghanistan e in Iraq, e ha inviato truppe nel sud del Libano.
Le elezioni che seguirono furono un chiaro ripudio di tali
politiche. Rifondazione perse tutti i suoi seggi in Parlamento
come conseguenza dei suoi tradimenti (vedi: Il
crollo di Rifondazione Comunista in Italia).
Il collasso di Rifondazione ha prodotto un certo numero di
frammenti di destra. Paolo Ferrero, ex membro dellultimo
governo Prodi, è rimasto il segretario di Rifondazione.
Egli è lesempio più eclatante di opportunismo
politico: come ministro nellultimo governo Prodi, ha servito
come foglia di fico di sinistra, mentre venivano implementate
politiche di destra contro i lavoratori.
Significativamente, ha recentemente inviato un messaggio di
approvazione a Fini, dicendo: Fini è nel giusto quando
afferma che il governo Berlusconi non è in condizione di
continuare nella sua azione dissennata. Se le parole di
Fini sono oneste, allora bisognerebbe presentare e votare
la sfiducia a Berlusconi. Ci sono chiari segnali di preparativi
in atto per il supporto di un insediamento neo-fascista nel nome
di sbarazzarsi di Berlusconi.
Questa è la posizione tipica dei professionisti dellopportunismo:
quando si tratta della questione cruciale del potere politico,
Rifondazione preferisce un governo neo-fascista, piuttosto che
il compito di guidare la classe lavoratrice alla formazione di
un genuino stato dei lavoratori. Tutti gli altri partiti dellarea
di sinistra adottano fondamentalmente questa stessa
posizione.
Sinistra Critica, il gruppo Pablista uscito da Rifondazione
mentre questultima era nel governo Prodi, chiede una vasta
coalizione di sinistra, ad esclusione del Partito
Democratico. Questo è un segnale che è pronta ad
unire le forze con i suoi ex complici di Rifondazione e con il
sindacato riformista FIOM.
Un altro Pablista, Marco Ferrando, anche egli ex leader di
Rifondazione, fino al governo Prodi, fa eco alle posizioni di
Sinistra Critica, proponendo lindipendenza politica
della sinistra antagonista dal quadro istituzionale e dal PD.
La sinistra combattiva a cui egli si riferisce è, tuttavia,
un frutto della fantasia di Ferrando. Gli ex politici di Rifondazione
stanno apparentemente discutendo se tornare alle loro vecchie
alleanze anti-lavoratori, con i democratici, o stabilire alleanze
con i neofascisti.
Lex leader di Rifondazione e presidente della Regione
Puglia Nicky Vendola di Sinistra Ecologia e Libertà (SEL)
è ancora più diretto. Il suo spostamento a destra
è espresso chiaramente da un accordo per una più
formale collaborazione con il Partito Democratico.
Come governatore della regione Puglia si è dimostrato
un affidabile agente del capitale. In una recente intervista durante
la sua campagna regionale si vantava di sviluppare unidea
spigliata, non-claustrofobica della competizione internazionale.
Il Financial Times riporta che gli investitori hanno eletto
la Puglia a regione più attraente del sud Italia sotto
la leadership di Vendola.
Il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, un
ex-stalinista del Partito Comunista Italiano (PCI), ha dichiarato
che Fini ha detto parole giuste, ma che ora servono
fatti giusti. Questa è praticamente un offerta
di collaborazione nel prossimo futuro per la formazione di un
governo tecnico, sulla strada di nuove elezioni.
Il ruolo di Bersani può essere meglio compreso nel contesto
dei governi di centro-sinistra di Prodi, DAlema e Amato
(1996-2001) e Prodi (2006-2008) in cui ha ricoperto incarichi
ministeriali. Ciò che questi governi hanno avuto in comune
sono le politiche di privatizzazione con conseguente smantellamento
e distruzione dellintera infrastruttura sociale che era
stata il risultato di grandi conquiste da parte della classe lavoratrice
attraverso aspre lotte, soprattutto nel periodo del dopoguerra.