Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in inglese il 30 settembre 2011 e in tedesco il 5 ottobre 2011
C'è una crescente opposizione popolare in Italia alle
politiche di austerità in corso di attuazione da parte
del primo ministro Silvio Berlusconi.
La recente manovra da 54 miliardi di euro è parte di
un programma pluriennale di tagli alla spesa sociale e aumento
di tasse regressive. Lattacco contro la classe lavoratrice
è stato implementato sia dall'attuale governo di centrodestra
di Berlusconi, così come dal precedente governo di centro
sinistra guidato da Romano Prodi.
Nemmeno approvato il provvedimento che l'elite finanziaria
ed industriale ha subito iniziato a fare progetti per il prossimo
attacco. Il Wall Street Journal ha subito sottolineato
che la misura era insufficiente. "Gli economisti temono che
la proporzione del debito pubblico resterà elevata",
ha scritto. Il debito pubblico in Italia ha superato il 120 per
cento del PIL, secondo soltanto alla Grecia nell'Eurozona.
Vladimir Pillonca, un economista della Société
Générale francese, ha dichiarato: "Ci sono
rischi concreti che ulteriori misure saranno necessarie".
Ciò in un contesto di crescita economica stagnante e di
una serie di downgrade del credito al governo italiano, nonché
di sette grandi banche e persino di Fiat.
Strati della classe dirigente italiana sono sempre più
preoccupati che il governo Berlusconi, a causa dei numerosi scandali
personali, delle politiche "ad personam" del primo ministro
stesso e del tangibile odio popolare nei suoi confronti, si trovi
sempre più in difficoltà nell'attuare ciò
che è richiesto. Ci sono quindi tentativi di mettere insieme
un governo più "di sinistra" per smantellare
ciò che resta delle conquiste passate dei lavoratori.
La scorsa settimana Confindustria ha presentato il "Manifesto
per salvare l'Italia". Il documento delinea una strategia
in 5 punti:
Riforma delle pensioni per aumentare l'età pensionabile
a 70 anni
Riduzione dei contributi ai fondi pensionistici e sanitari
Vendita dei beni pubblici per la riduzione del debito
pubblico
Privatizzazione e liberalizzazione di istruzione e assistenza
sanitaria, tra gli altri servizi sociali fondamentali
Piano di assegnazione dei maggiori contratti di infrastrutture
sociali per gli investitori privati
Ancora una volta, la "sinistra" ha colto al volo
l'opportunità di dimostrare la sua fedeltà a Confindustria.
Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha dichiarato:
"Le imprese hanno preso una strada di grande allarme che
noi condividiamo: non si può continuare così. Tra
l'altro non era mai accaduto nella storia italiana che Confindustria,
il sistema delle imprese, chiedesse un cambio di governo e le
dimissioni del governo in carica come sta accadendo oggi".
Il Partito Democratico è pronto ad agire come agente
e per conto di Confindustria nella implementazione di politiche
che vanno anche oltre quelle attuate da Berlusconi. Lo scorso
agosto, in una intervista a Il Sole 24 Ore, Letta ha dichiarato
che il PD vuole perseguire "la flessibilità in uscita
[pensionamento] in un range tra i 62 e i 70 anni... Certo poi
si potrebbe discutere l'accelerazione del passaggio al contributivo
pieno". Una tale riforma ridurrebbe significativamente le
prestazioni pensionistiche per i lavoratori.
Più significativa è la posizione del sindacato
ex-stalinista CGIL che ha confermato la sua approvazione prima
del patto per la crescita. Il 24 settembre, ha pubblicato un comunicato
stampa dal titolo " Confindustria-CGIL asse contro la crisi
per salvare l'Italia". Il documento afferma esplicitamente
che il fondamento della coalizione è "un fronte comune
tra sindacati e Confindustria".
Il Segretario generale della CGIL Susanna Camusso ha elogiato
il manifesto di Confindustria. Ha ripetutamente citato il documento,
fornendo supporto completo in ogni suo punto. Tutto questo viene
giustificato nella maniera più opportunista: Berlusconi
è odiato.
La coalizione tra i sindacati e Confindustria prepara la strada
ad enormi concessioni imposte alla classe lavoratrice. Il compito
delle organizzazioni sindacali è di subordinare i lavoratori
ai dettami di Confindustria e della borghesia.
Così come inquietante è l'emergere sulla scena
politica di Alessandro Profumo, un rappresentante dell'oligarchia
finanziaria parassitaria direttamente responsabile della crisi
economica. Profumo ha annunciato la sua possibile candidatura
per un governo di tecnocrati.
Profumo di carriera è radicato nel sistema finanziario.
È stato l'amministratore delegato di Credito Italiano e
di Unicredit fino al 2010, ed è attualmente il vice presidente
della Associazione Bancaria Italiana (ABI). È anche membro
del consiglio di sicurezza per Sberbank, la più grande
banca in Russia. Il principale azionista di Sberbank, Suleiman
Kerimov, controlla anche una quota consistente di Gazprom, compagnia
energetica.
Profumo è anche una figura chiave nei settori del petrolio
e del gas come membro del consiglio di amministrazione del gigante
petrolifero Eni. Eni ha svolto un ruolo cruciale nell'intervento
italiano in Libia. Il suo rapporto con il Consiglio Nazionale
di Transizione libico (CNT) ha portato al primo accordo di sfruttamento
del petrolio, raggiunto il 26 settembre. (Vedi in inglese "Italy
moves to secure its share of the booty in Libya").
Letta si è subito precipitato ad accogliere la candidatura
di Profumo: "Lo candiderei subito, è una persona appassionata
e competente. Ci sarebbe bisogno di persone come lui".
Profumo è stato un aperto sostenitore della "sinistra".
Ha sponsorizzato il sindaco Giuliano Pisapia alle elezioni amministrative
del maggio scorso. Pisapia è stato deputato e membro del
partito ex-stalinista Rifondazione Comunista. Ha vinto le primarie
a Milano del Partito Democratico sulla base dell'alleanza Federazione
della Sinistra (un rimpasto di ex-stalinisti compresa Rifondazione)
e Sinistra Ecologia e Libertà (SEL).
Tutte le organizzazioni della pseudo-sinistra hanno celebrato
come una vittoria l'elezione di un candidato sostenuto da banchieri
come Profumo. Oggi Pisapia commenta con entusiasmo la possibile
candidatura di Profumo stesso: "Ne penso solo bene. Sarebbe
sicuramente un apporto prezioso per una buona politica".
Profumo ha sintetizzato il suo programma in una recente intervista
al Corriere della Sera: "Serve uno sforzo da 400 miliardi.
Lo può fare solo un governo tecnico. In un recente
articolo che ha scritto per Il Sole 24 Ore, Profumo sottolinea
l'importanza della "qualità delle regole per la competitività...
Capire come devono cambiare le norme sul lavoro, le strutture
dei mercati, le infrastrutture per mantenere e favorire la competitività
risulterà fondamentale, decisivo.". Questo è
il programma che la "sinistra" sta ora sponsorizzando.
Quattrocento miliardi di euro sono un quinto del PIL italiano.
Tale programma porterebbe a tutti gli effetti alla distruzione
del sistema pensionistico, della pubblica istruzione e dell'assistenza
sanitaria.
Il supporto per un governo di tecnocrati è un chiaro
segnale ai mercati finanziari che la "sinistra" è
pronta ad attuare tutte le misure (anche autoritarie) necessarie
per la difesa dei rapporti capitalistici e la protezione degli
investimenti privati.