Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in inglese il 15 febbraio 2014
Giovedì sera Enrico Letta ha annunciato le sue dimissioni
da primo ministro, a seguito della mozione di sfiducia nei suoi
confronti, quale leader del partito, votata dallo stesso PD.
Matteo Renzi, eletto segretario del partito a dicembre scorso,
e che si definisce rottamattore (nel senso di rottamatore
della vecchia politica e della classe politica che lo sostiene),
ha organizzato una sorta di congiura di palazzo per rovesciare
Letta. Renzi ha convocato la direzione del partito e, in un discorso
di 20 minuti, ha presentato un programma di emergenza, che chiama
Impegno Italia, da essere realizzato da un nuovo governo
che dovrebbe rimanere in carica fino al 2018, senza elezioni.
Letta non è andato alla riunione e molti dei suoi sostenitori
hanno lasciato la sala; successivamente la mozione è stata
adottata con una maggioranza di 136-16 voti.?In questo modo, il
partito ha, a tutti gli effetti, approvato una mozione di sfiducia
nei confronti del proprio leader.?Letta ha annunciato le sue dimissioni
e ha detto che le avrebbe presentate al presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, venerdì.
Nel suo discorso alla direzione del partito, Renzi ha dichiarato
che un nuovo governo per leffettuazione di un rilancio
radicale e profonde riforme non può aspettare nuove
elezioni e che lItalia non può permettersi altri
sei mesi nella palude, aspettando che venga adottata
una nuova legge elettorale. Ha parlato di un Italia
che deve recuperare semplicità e coraggio. Per questo,
il PD deve essere disposto a correre un rischio.
Renzi vuole prendere la direzione del governo stesso. Secondo
quanto riportato da LUnità, ha già
in tasca un elenco completo del team di governo.?Intende continuare
la coalizione corrente con i partiti di destra Scelta Civica e
Nuovo Centro Destra. Il leader di questultimo, lex
vice primo ministro Angelino Alfano, non ha ancora segnalato il
suo sostegno.
Matteo Renzi ha annunciato modifiche costituzionali immediate,
tra queste una nuova legge elettorale e labolizione del
Senato. Aveva già sostenuto che labolizione del sistema
bicamerale e delle amministrazioni provinciali potrebbe portare
1,5 miliardi di risparmi in spese statali.
Prima della sua congiura di palazzo, a Renzi era
stato assicurato il sostegno da parte della grande impresa italiana.
Mercoledì scorso, aveva incontrato, per una lunga discussione,
Giorgio Squinzi, presidente della Confindustria, che ha pubblicamente
elogiato i piani di Renzi per la riforma del mercato del lavoro.
Mentre i governi precedenti accentuavano le misure di austerità,
per ridurre lelevato debito pubblico, che guida leconomia
sempre più profondamente in recessione, Renzi vuole focalizzare
la sua attenzione sulle leggi del lavoro e della previdenza sociale,
che finora hanno offerto poca protezione ai lavoratori italiani.
?I suoi modelli, in questo riguardo, sono Tony Blair, primo ministro
laburista britannico (1997-2007) e Gerhard Schröder, cancelliere
tedesco socialdemocratico (1998-2005), che ha eliminato diritti
del lavoro stabiliti decenni prima, riuscendo così a creare
un enorme settore a basso salario.
La proposta per una nuova legge sul lavoro di Renzi, il cosiddetto
Jobs Act, darà ampio sollievo ai datori di lavoro e renderà
il mercato del lavoro più flessibile, per mezzo
di un contratto di lavoro unificato.?Tutti i lavoratori, colletti
bianchi o blu, avranno diritto alla retribuzione integrale, ai
diritti dei lavoratori e alla tutela contro il licenziamento solo
dopo tre anni di libertà vigilata.?Queste misure
porteranno al diffondersi ancora più veloce del lavoro
a contratto e delle agenzie di lavoro. Gli stipendi e i salari
dei lavoratori italiani cadranno drammaticamente.
La Cassa Integrazione, il sistema gestito dal governo e che
fornisce i miseri pagamenti per i lavoratori licenziati, verrà
abolito e sostituito da un'indennità di disoccupazione
eguale per tutti.?I lavoratori in aziende come la Fiat potranno
quindi essere più facilmente licenziati e costretti, a
causa delle bassissime compensazioni per la perdita del lavoro,
ad accettare un lavoro a basso salario.?Nonostante un enorme disavanzo
pubblico, Renzi vuole tagliare di un altro 10 per cento le tasse
sulle aziende.
Se il colpo di stato di Renzi riesce, sarà il quarto
primo ministro in quattro anni. Enrico Letta è stato in
carica appena 10 mesi; il quotidiano finanziario svizzero NZZ
adesso lo descrive come; alfiere dellimmobilità,
tappabuchi e ultima spiaggia.
Forza Italia di Silvio Berlusconi, che non è nel governo,
ha chiesto un dibattito aperto in Parlamento per quanto riguarda
il cambio di amministrazione. Però Berlusconi, in gennaio,
aveva già avuto parecchie ore di conversazione con Renzi,
nella sede PD e precedentemente aveva proposto una coalizione
extra-grande, nella quale siederebbero, oltre a lui
stesso, Beppe Grillo e Renzi.
Renzi è stato incoraggiato dallatteggiamento dei
leader sindacali ad intraprendere il suo colpo di stato interno.?Il
capo della CGIL, Susanna Camusso, aveva accolto come giusto
lapproccio di Renzi, dicendo che i giovani lavoratori avrebbero
trovato lavoro più facilmente.?Anche i cosidetti di
sinistra, come Maurizio Landini della FIOM e Nichi Vendola
di SEL, hanno inondato Renzi di lodi.
Lultimo cambio di governo dimostra ancora una volta che
il PD, che ha avuto origine nel Partito Comunista Italiano, è
oggi un organo esecutivo diretto della borghesia italiana ed europea
e del mondo bancario. La piccola ala cristiano-democratica, che
comprende sia Matteo Renzi che Enrico Letta, ha preso il controllo
ed è sostenuta da vecchi funzionari del Partito Comunista,
come Massimo DAlema, Pierluigi Bersani e Guglielmo Epifani.
Il retroscena di questo sviluppo è la crisi economica.?Il
debito nazionale, negli ultimi dieci anni, è aumentato
di oltre 500 miliardi e un anno fa ha superato i 2 trilioni
di euro.?Come risultato dei diversi programmi di drastica austerità
messi in atto dai governi di Berlusconi, Monti e Letta, il prodotto
interno lordo è diminuito costantemente.?Emblematica di
questo declino economico è stata, pochi giorni fa la partenza
della sede direzionale Fiat dal Paese.