Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in inglese il 19 novembre 2013
Lo scorso fine settimana ha visto una scissione all'interno
del partito di Berlusconi.
Il miliardario dei media e i suoi sostenitori vanno all'opposizione,
mentre una minoranza, guidata da Angelino Alfano, che era stato
scelto personalmente da Berlusconi quale suo successore, intende
mantenere al potere il governo del primo ministro Enrico Letta
fino alle elezioni del 2015.
Sabato scorso, in una riunione al palazzo dei congressi all'EUR,
Berlusconi annunciava che il suo partito avrebbe riadottato il
precedente nome di Forza Italia; contemporaneamente, in una conferenza
stampa, Alfano annunciava la fondazione di un nuovo partito: il
Nuovo Centro-Destra.
Tre quarti del vecchio PdL hanno seguito Berlusconi e il resto
è andato con Alfano.?Alfano, attuale vice primo ministro,
ha 27 deputati, 30 senatori e tutti e cinque i ministri PdL nel
governo; questo è sufficiente a garantire Letta una maggioranza
parlamentare.
Berlusconi aveva minacciato per mesi di far cadere il governo,
se il Senato gli avesse revocato l'immunità parlamentare,
a causa della sua condanna per evasione fiscale.
All'inizio di ottobre, egli annunciò il ritiro del PdL
dal governo, ma Letta ottenne il voto di fiducia, dopo che i seguaci
di Alfano sostennero il governo, abbandonando Berlusconi all'ultimo
minuto.
Tramite la reintroduzione di Forza Italia, con la quale ha
iniziato la sua carriera politica nel 1994, Berlusconi sta cercando
di rafforzare il suo controllo sul partito, tuttavia con poco
successo. Il 27 novembre, data in cui il Senato voterà
sull'immunità parlamentare di Berlusconi, egli non controllerà
abbastanza voti per forzare nuove elezioni.
Sia Berlusconi che Alfano hanno tentato di evitare di troncare
tutti i rapporti, in modo da lasciare aperta la possibilità
di una cooperazione futura.
Alfano ha sottolineato di aver raggiunto la sua decisione solo
"con amarezza e al tempo stesso con grande amore per l'Italia"
e che era in debito con Berlusconi per tutto, che Belusconi sarebbe
rimasto il leader indiscusso del campo del centro-destra. Alfano
ha promesso che i suoi deputati avrebbero votato decisamente contro
l'espulsione di Berlusconi dal Senato.
Da parte sua, Berlusconi ha dichiarato, in un discorso emozionale
durato circa un'ora, che Alfano è "come un figlio"
per lui, e che in futuro ci sarà cooperazione con il suo
partito; è svenuto poi sul palco ricevendo cure mediche
necessarie. Più tardi Berlusconi ha affermato che i disertori
non erano "traditori", ma parte di una grande famiglia.
Allo stesso tempo, ha annunciato l'uscita del suo partito dal
governo.?Berlusconi ha anche dichiarato che è difficile
immaginare come un partito possa cooperare in un governo con un
primo ministro che cerca la morte politica del suo proprio leader.
La scissione è stata accolto bene dalla stampa italiana
e internazionale.?La sensazione è che Letta abbia ricevuto
un anno di tempo per attuare i tagli alla spesa sociale contro
i lavoratori, senza la costante minaccia di un crollo di governo
a causa dei processi a Berlusconi.
Alfano ha garantito ai giornalisti che il paese ora sarà
stabile, per un anno.
Egli ha suggerito a Letta di impiegare i dodici mesi "per
portare il Paese fuori dalla crisi."
Guglielmo Epifani, il segretario generale del PD, è
stato anche lui felice e risollevato dalla scissione. Già
presidente della CGIL per molti anni, Epifani sabato ha detto
in televisione che il governo ora può funzionare in modo
più efficace; ha affermato: "Questo fa chiarezza.
Fa chiarezza verso il paese, fa chiarezza verso il governo. E
dovrebbe mettere il governo in condizioni di operare meglio e
in maniera efficace."
Dopo essere sopravvissuto al voto di fiducia, il governo Letta
ha presentato la proposta di bilancio 2014 al Parlamento e l'ha
sottoposta, per revisione, all'UE; pur se propone tagli di spesa
per 12 miliardi nel 2014, Olli Rehn, il commissario europeo
per gli Affari Economici e Monetari, la scorsa settimana ha criticato
aspramente questa proposta di bilancio, dicendo che non è
sufficiente per eliminare l'elevato debito dello Stato italiano.
Anche se Letta abbia respinto la critica in televisione, affermando
che i tagli da soli significherebbero la fine, ha promesso di
riformulare il bilancio con il suo ministro per l'economia e le
finanze Fabrizio Saccomanni. Saccomanni precedentemente fu presidente
della banca centrale italiana, ed è un ministro senza affiliazione
di partito.
L'attuale progetto già propone misure che porteranno
ad una dilagante miseria sociale. Nel settore pubblico i salari
saranno congelati e i posti di lavoro vacanti rimarranno vacanti.
L'aumento dell'IVA, dei costi di raccolta dei rifiuti e di altre
imposte indirette ha già colpito i lavoratori in modo particolarmente
severo. Il governo intende introitare 20 miliardi di euro dalla
privatizzazione delle imprese pubbliche, tra cui ENI, Alitalia
e il servizio postale; questo minaccia la perdita di migliaia
di posti di lavoro.
Al momento 6 milioni di persone in Italia sono senza lavoro,
un livello record. La recessione continua degli ultimi anni è
stata particolarmente catastrofica per i giovani. Nel mese di
settembre la disoccupazione giovanile ha, ufficialmente, superato
il 40 per cento.
C'è povertà dilagante anche tra i pensionati.
La riforma delle pensioni del governo Monti, l'anno scorso, ha
derubato del reddito una intera generazione di lavoratori in pensione
anticipata.
La scorsa settimana, ci sono state manifestazioni, scioperi
e proteste in tutta Italia contro le politiche di austerità
del governo. A Roma, migliaia di studenti hanno dimostrato per
il diritto allo studio. Un'altra grande manifestazione ha avuto
luogo a Napoli, in protesta contro le mortali conseguenze dello
scandalo della raccolta dei rifiuti, che implica non solo l'amministrazione
locale, ma tutti i partiti di governo.
Per contro sono stati relativamente in pochi a rispondere alle
chiamate di protesta contro il "patto di stabilità"
(bilancio 2014) lanciate dalle principali organizzazioni sindacali:
Cgil, Cisl e Uil. Hanno risposto soprattutto i sindacalisti anziani,
che sono stati nelle organizzazioni per molti anni. E' ben noto
che i sindacati lavorano in stretto contatto con il PD di Letta,
in ultima analisi per sostenere il suo corso economico e che hanno
indetto le proteste solo per aprire una valvola temporanea di
sfogo; per "evitare danni all'economia", venerdì
hanno limitato uno sciopero generale dei lavoratori dei trasporti
ad appena quattro ore.
I sindacati e le organizzazioni della pseudo-sinistra, che
fungono da ragazze pon pon per la burocrazia, sono tutti completamente
dietro l'UE e vogliono evitare il rovesciamento del governo di
Letta. In un documento congiunto, le tre confederazioni sindacali
hanno criticato il corrente progetto di bilancio perchè
"non mette in atto i cambiamenti della politica economica
necessari alla ricrescita economica del paese." Questi sono
gli stessi termini impiegati quotidianamente dal governo e dalle
imprese.