Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in inglese e in tedesco il 4 aprile 2013
La classe dirigente italiana sta disperatamente tentando di
vanificare i risultati delle elezioni del 25 febbraio e di costruire
un meccanismo politico che faccia continuare le politiche di austerità
che sono state respinte dall'elettorato. Per contro non c'è
in vista una fine della crisi politica.
Martedì scorso, il Presidente Giorgio Napolitano ha
nominato due commissioni di esperti per studiare come uscire dalla
crisi. La nomina di tali commissioni non è riconosciuta
dalla costituzione del Paese.
Precedentemente il capo del Partito Democratico (PD), Pier
Luigi Bersani, non è riuscito a formare un governo. Bersani
non è riuscito a convincere né il campo di destra,
guidato dall'ex-premier Silvio Berlusconi, né il Movimento
Cinque Stelle, guidato da Beppe Grillo, ad esprimere la fiducia
a un governo di minoranza guidato dal PD. Poco prima della pausa
pasquale, Bersani ha gettato la spugna e ha rinunciato al suo
mandato.
Il Presidente Napolitano ha risposto al fallimento di Bersani
annunciando che voleva lasciare il suo posto ben sei settimane
prima della fine ufficiale del suo mandato. Un nuovo Presidente
sarebbe in grado di indire nuove elezioni. Per la Costituzione
italiana, Napolitano, il cui mandato termina il 15 maggio, non
può indire queste elezioni.?
Il Corriere della Sera ha riferito che Napolitano si è
lamentato di attraversare il peggior periodo che abbia mai sperimentato.
Napolitano non è stato in grado di trovare un singolo punto
d'accordo tra i campi politici e si è di fronte a un "muro
che va da destra a sinistra, un muro invalicabile" ha scritto
il giornale.
L'elezione di un nuovo presidente, tuttavia, pone gli stessi
problemi che presenta l'elezione di un nuovo governo. Per eleggere
un nuovo presidente, almeno due dei tre blocchi principali in
parlamento devono decidere su un candidato comune, per raggiungere
la maggioranza necessaria. In caso contrario, il paese sarebbe
non solo senza governo eletto, ma anche senza capo di stato.
Un certo numero di giornali ha osservato che è stato
il capo della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, a convincere
l'87enne presidente a restare al suo posto per le restanti sei
settimane, al fine di evitare nuove elezioni nell'immediato futuro.
Gli ambienti finanziari hanno apparentemente paura che nuove
elezioni potrebbero incidere negativamente sui mercati. La rivista
Forbes ha commentato: "Mentre i rendimenti dei titoli di
stato si sono contratti dopo lo spavento cipriota, potrebbero
andare a picco drammaticamente se fallisse il rischioso piano
del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano di
formare un governo, o se venissero indette improvvisamente nuove
elezioni".
L'Unione europea e i mercati finanziari europei insistono sul
fatto che ogni nuovo governo in Italia dovrà continuare
sul percorso delle politiche di austerità. Qualche settimana
fa, il commissario tedesco per l'Unione Europea, Günther
Oettinger, ha scritto nel Handelsblatt: "L'Italia ha promesso
all'Unione Europea di ridurre il suo deficit di bilancio. La promessa
vale anche per il nuovo governo."
Il Venerdì Santo, Napolitano ha annunciato che sarebbe
rimasto in carica fino alla fine del suo mandato e ha nominato
due commissioni. Ha detto che voleva continuare "fino all'ultimo
giorno" per "cercare almeno di creare condizioni volte
ad alleviare la situazione politica, nella morsa di posizioni
inconciliabili."
Le due commissioni, soprannominate "gruppo di saggi",
sono composte da avvocati, politici, banchieri e funzionari governativi
di alto livello. Il loro compito è quello di trovare un
modo per portare avanti il corso di austerità adottato
dal precedente primo ministro, Mario Monti, allo stesso tempo
dovranno cercare di riformare il sistema elettorale, per arrivare
a risultati più chiari.
Il ruolo dei "saggi" è anche quello di permettere
ai due campi di Bersani e Berlusconi, che non sono stati capaci
di accordarsi su un governo, di salvare la faccia e dichiararsi
d'accordo sulla messa in opera vuoi di una coalizione allargata,
vuoi di un governo tecnocratico sostenuto dal campo avverso.
Mario Mauro, un membro del "gruppo di saggi" e anche
Membro del Parlamento Europeo (MPE), ha così commentato
sull'obiettivo da raggiungere: "Nelle ultime settimane, il
PDL di Berlusconi ha più volte affermato che diversi punti
del programma del suo partito, soprattutto sulle questioni economiche,
sono molto simili a quelle del PD. Ora i 'saggi' devono determinare
se questo è vero, e quali sono i parametri della presunta
affinità."
Un commento nella Süddeutsche Zeitung ha equiparato i
"saggi" italiani alla Commissione Hartz, che dieci anni
fa fu incaricata di elaborare radicali riforme del mercato del
lavoro in Germania. Tali riforme furono elaborate da esperti e
solo successivamente accettate e legittimate dal parlamento.
Il membro più importante del "gruppo di saggi",
che si occupa della nuova legge elettorale, è Valerio Onida,
l'ex presidente della Corte Costituzionale. Egli è anche
considerato un concorrente principale alla successione di Napolitano
come capo di stato.
I commentatori descrivono Onida come "un tipico rappresentante
della borghesia illuminata milanese". Ha insegnato diritto
costituzionale presso l'Università di Milano ed è
stato membro del gruppo di esperti che ha elaborato il programma
di governo 2006 di Romano Prodi.
Prodi fu costretto a dimettersi dopo soli due anni in carica,
a seguito dell'ondata di resistenza popolare contro il suo programma
pro-business.
Altri membri di questa commissione sono il senatore Gaetano
Quagliariello del PDL e il giudice Luciano Violante del PD.
La seconda commissione, che ha il compito di elaborare la politica
economica, include un membro del Direttorio della Banca d'Italia,
Salvatore Rossi. Altri membri sono: Enrico Giovannini, presidente
dell"Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e Giovanni
Pitruzzella, presidente dell'Autorità garante della concorrenza
del mercato. I restanti membri sono Giancarlo Giorgetti (PDL)
e Filippo Bubbico (PD), così come Enzo Moavero Milanesi,
ministro di Monti per l'Europa.
I dieci "saggi" hanno evidentemente ricevuto mandato
di lavorare a stretto contatto sia con il precedente governo Monti
che con tutti i gruppi parlamentari. Monti, che ha guidato il
non eletto governo "tecnocratico" entrato in carica
nel novembre 2011, rimane in qualità di primo ministro
in carica, nonostante le sue dimissioni alla fine dell'anno scorso
e la devastante sconfitta nelle elezioni di febbraio.
Napolitano considera Monti come l'unico fattore di stabilità,
in grado di far rispettare i diktat dei mercati finanziari nei
confronti della popolazione. Egli ha detto: "non può
sfuggire agli italiani e all'opinione internazionale che un elemento
di concreta certezza nell'attuale situazione del nostro Paese
è rappresentato dalla operatività del governo tuttora
in carica, benché dimissionario e peraltro non sfiduciato
dal Parlamento: esso ha annunciato e sta per adottare provvedimenti
urgenti per l'economia, d'intesa con le istituzioni europee e
con l'essenziale contributo del nuovo Parlamento".
Le commissioni di Napolitano hanno il pieno sostegno del PD
di Bersani, che ha criticato solo l'assenza di membri di sesso
femminile, e di Scelta Civica (Monti). Entrambi temono una massiccia
perdita di voti in nuove elezioni.
Da parte sua, Berlusconi ha dato un ultimatum a Napolitano.
Parlando martedì dalla sua villa a Milano, dove aveva convocato
i suoi collaboratori per una riunione d'emergenza, ha dichiarato
che i "saggi" avevano un massimo di 72 ore, dopo di
che il PDL "dichiarerà chiuso il capitolo con un'iniziativa
eclatante."
La pubblicazione Huffington Post ha riportato che Berlusconi
ha detto: "Adesso basta, non possiamo farci cucinare a fuoco
lento, e stare a guardare che si eleggono uno dei loro al Quirinale."
Berlusconi ha minacciato perentoriamente di ritirare i due consiglieri
del suo partito dalla commissione di esperti, per costringere
Napolitano a riprendere le consultazioni con i partiti.
Berlusconi è desideroso di assumere una carica ufficiale
il più presto possibile per ottenere l'immunità
parlamentare nelle sue numerose cause penali. Egli ha invitato
il suo partito a partecipare a una grande coalizione oppure a
nuove elezioni.
Beppe Grillo, che ha condotto una campagna elettorale come
populista anti-establishment nelle elezioni di febbraio e che
ha vinto oltre il 25 per cento dei voti, ha commentato sulle due
commissioni, dichiarando che erano "al momento la miglior
soluzione possibile". Contemporaneamente le ha tacciate di
essere "fantomatici negoziatori" e "badanti della
democrazia".
Grillo sta lottando nel suo campo contro le correnti che, date
determinate circostanze, sono disposte a collaborare con Bersani.
Il capo della fazione del M5S al Senato, Vito Crimi, ha scritto
su Facebook che era "meglio un governo Bersani senza fiducia
per gli affari ordinari che la prorogatio di Monti".
Grillo ha detto, "Bersani non è meglio di Monti,
è semplicemente uguale a Monti, di cui ha sostenuto la
politica da motofalciatrice dell'economia".
Grillo al momento ha le migliori possibilità, se si
tenessero elezioni a tempi brevi. È per questo che le due
commissioni di esperti stanno evidentemente cercando di creare
le condizioni per una coalizione ampia, lui escluso.
Questa impressione è stata recentemente rafforzata dalla
speculazione che Matteo Renzi, il sindaco di Firenze, potrebbe
sostituire Bersani come candidato leader del PD. I sondaggi indicano
che è più popolare con gli elettori di Bersani.
Dopo le elezioni di febbraio, Renzi si è dichiarato chiaramente
per una grande coalizione con il PDL di Berlusconi.
Al presente, tuttavia, una soluzione alla crisi politica non
è in vista. Questo ha meno a che fare con la divisione
politica dei diversi campi che con la profonda ostilità
di larghi strati della popolazione contro le misure di austerità
dettate dall'UE.