Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in tedesco il 28 luglio 2010 e in inglese il 30 luglio 2010.
Cè stata unampia ondata di proteste in Italia
nelle ultime settimane contro la cosiddetta manovrail
pacchetto di austerità proposto dal governo del Primo Ministro
Berlusconi, che ha lo scopo di risparmiare 25 miliardi di euro
nei prossimi tre anni. Il parlamento italiano, in cui la coalizione
di partiti di Berlusconi rappresenta la maggioranza, ha approvato
il pacchetto in via definitiva il 28 luglio.
I piani del governo prevedono il taglio di 60.000 posti di
lavoro nel solo settore pubblico. Tutti i lavoratori che attualmente
sono assunti come precari saranno considerati esuberi. Solo uno
su cinque dei posti eliminati verrà riempito. Nel settore
sanitario, 156.000 posti di lavoro sono a rischio e un ondata
simile di licenziamenti è prevista nellindustria
privata e nel settore pubblico.
Dopo una serie di giornate di mobilitazione è seguito
lo sciopero generale del 25 giugno. I sindacati si sono impegnati
perché le proteste fossero limitate a singoli settori impedendo
così lo sviluppo di un movimento di massa che avrebbe potuto
minacciare il governo. A tappe successive si è assistito
alle proteste isolate dei lavoratori del pubblico impiego e dei
servizi sociali, degli insegnanti, dei docenti, degli studenti,
dei ferrovieri,degli autisti di autobus, dei dottori e degli infermieri,
dei contadini e anche dei poliziotti, dei giudici e dei pubblici
ministeri.
Le proteste contro i tagli coincidono anche con un ampio scontento
contro un altro progetto di legge reazionarioil cosidetto
bavaglioovvero le nuove proposte securitarie di Berlusconi.
Tra coloro che hanno aderito a varie manifestazioni, proteste
mediatiche e attraverso internet cerano importanti editori,
registi, giornalisti e artisti, come per esempio il drammaturgo
Premio Nobel Dario Fo.
La legge rappresenta un pesante attacco al diritto di parola
e di stampa e proibisce a giornalisti ed editori di pubblicare
documenti investigativi o intercettazioni. Inoltre limita I poteri
dei giudici di richiedere intercettazioni. Questa legge dovrebbe
passare alla Camera il 29 luglio. Sia la manovra che il
bavaglio sono già passati al Senato.
Conflitti nel governo
Il decreto che imbavaglia la libertà di parola ha condotto
a un aperto conflitto tra Berlusconi e Gianfranco Fini, il Presidente
della Camera dei Deputati. Fini, che per molti anni è stato
il leader della neofascista Alleanza Nazionale, si sta
ora atteggiando a difensore della Costituzione in opposizione
a Berlusconi e ha minacciato di boicottare la legge in Parlamento.
Berlusconi ha risposto dichiarando che avrebbe espulso Fini
dal partito e annunciando nuove elezioni. (Il giorno 29 luglio
si è ufficialmente consumata la scissione) Per me
Fini non esiste, ha affermato Berlusconi. Il conflitto minaccia
di essere il primo vero test per Il Popolo della Libertà
da quando si è formato nel 2009 da una fusione dei movimenti
di Fini e Berlusconi.
Per ora sembra che Fini abbia ottenuto ciò che voleva.
Berlusconi si è dichiarato daccordo a modificare
il suo disegno di legge. Il 20 luglio il decreto che imbavaglia
il diritto di parola è stato emendato con misure ausiliarie.
Verrà permessa la citazione di documenti investigativi
o di intercettazioni nel caso si tratti di informazioni
importanti. Ma ciò sembra lasciare la decisione di
ciò che sia importante o non importante
nelle mani del governo.
Questultimo emendamento al decreto ha trovato lapprovazione
di Pierluigi Bersani, il leader dellopposizione parlamentare
e capo del Partito Democraticouna delle organizzazioni eredi
del Partito Comunista Italiano. Bersani ha detto alla stampa di
essere daccordo con gli emendamenti, perché le nuove
misure contengono le raccomandazioni dei democratici.
Pericoli per i lavoratori
In questo quadro, il progetto di legge, anche con le sue modifiche,
rappresenta una grande minaccia per i lavoratorinon ultimo
perché il movimento intorno a Fini si è rafforzato
nel corso del conflitto.
Il gruppo di Fini, incentrato sulla ex-Alleanza Nazionale,
che prese il posto del fascista MSI del dopoguerra, non ha interesse
a difendere i diritti democratici fondamentali. Critica la legge
di Berlusconi da destra con lo scopo di espandere lo stato di
sorveglianza e il controllo dei cittadini. In prima istanza e
fondamentalmente, difende il diritto dei procuratori e dei giudici
di avere la possibilità di fare intercettazioni senza alcun
controllo.
I giudici e i pubblici ministeri insistono sul loro diritto
di procedere a intercettazioni e giustificano ciò con la
loro lotta alla Mafia. Come per sottolineare questa loro posizione,
si è verificata una serie di raids da parte della polizia
durante le ultime settimane che hanno portato allarresto
di centinaia di mafiosi in tutta Italia.
Come si deve schierare la classe operaia, in questo conflitto?
Non è possibile sostenere una tale tendenza verso lo Stato
forte perché le stesse forze dello Stato domani saranno
utilizzate contro gli scioperi e le attività di militanza.
Lo Stato di controllo sarà diretto contro i lavoratori
e i loro dirigenti politici.
Il 22 luglio il quotidiano Repubblica, che fa parte
del campo antiberlusconiano, ha pubblicato unintervista
con lattore e sostenitore di Fini, Luca Barbareschi, nella
quale si spiegava il significato della legge di sorveglianza:
Io per dire sarei felice di essere intercettato perché
non ho fatto nulla di male.
Nella stessa intervista lattore si dilungava nella sua
critica a Berlusconi: Ha preso in giro me e gli italiani.
Ha trasformato lo Stato in un bordello. Fini,
daltro canto è un vero statista, lunico
che ha un valore. Repubblica ha pubblicato lintervista
senza commenti e senza una parola di critica.
In una certa misura, Berlusconi è infastidito dai rappresentanti
neofascisti e di destra nel governo perché la sua priorità
è difendere i suoi interessi. I vari scandali e casi di
corruzione che coinvolgono il Primo Ministro italiano, secondo
questi elementi di destra, minano lautorità dello
Stato e creano un rigetto tra la popolazione. Il potere dello
Stato è necessario, comunque, dal loro punto di vista,
per garantire che lintero fardello della crisi economica
del paese resti sulle spalle dei lavoratori.
Sin dallinizio la carriera politica di Berlusconi è
stata, almeno parzialmente, un mezzo per proteggere i suoi grandi
interessi dalla bancarotta e dalle inchieste. Il capo del governo
è luomo più ricco dItalia ed è
proprietario di tre canali televisivi, una casa editrice, una
banca ed una società di assicurazioni.
\La sua ultima legge che imbavaglia la libertà di parola
è stata tagliata a sua misura. Berlusconi vorrebbe impedire
alla stampa di pubblicare non solo dettagli piccanti sulla sua
vita privata, ma anche sui suoi rapporti d'affari del passato
e i suoi legami con il sottobosco criminale.
Lattuale esplosione di scandali di corruzione ha superato
di gran lunga quella della cosiddetta Tangentopoli del 1991 e
Berlusconi ne è profondamente coinvolto. Una serie di ministri
e sottosegretari si sono già dimessi. Il Ministro dellIndustria
Claudio Scajola è stato costretto a lasciare il suo incarico
per uno scandalo che riguardava il settore immobiliare. Due sottosegretari
Nicola Cosentino e Giacomo Caliendo, come anche il Coordinatore
del PDL Denis Verdini, sono coinvolti in una nuova organizzazione
criminale (La Loggia P3), che avrebbe avuto lo scopo
di influenzare le decisioni economiche e legali.
Berlusconi aveva nominato Aldo Brancher, un manager della Fininvest,
come ministro del federalismo solo per difendere Brancher da unazione
legale per frode. Una mozione di sfiducia dellopposizione
e sostenuta dalla Lega Nord ha portato Brancher a dimettersi solo
dopo due settimane dalla sua nomina.
Poche settimane fa un vecchio amico di Berlusconi, il senatore
Marcello DellUtri, è stato condannato a sette anni
di detenzione per legami con la Mafia. Allinizio degli anni
90 DellUtri e Berlusconi misero in piedi il primo
strumento politico dellimprenditore milanese, Forza Italia,
quando i socialisti e i democristiani erano stati completamente
discreditati da Mani pulite. A quellepoca
DellUtri sviluppò dei legami con personaggi della
grande industria e della finanza e anche con Cosa Nostra per convincerli
che Berlusconi era il loro uomo da sostenere con soldi
e voti.
Dopo gli ultimi rovesci in relazione a Fini, il futuro di Berlusconi
è in dubbio. Se Berlusconi dovesse dimettersi, Fini sarebbe
il suo probabile successore. Lopposizione parlamentare rappresentata
dal Partito Democratico, dallItalia dei Valori e dai resti
di di Rifondazione Comunista sono così politicamente discreditati
e divisi da non rappresentare nessuna alternativa allultra-destra.
Questo cosiddetto campo del centro-sinistra sostiene
e difende lo Stato, accetta la necessità delle misure di
austerità e disarma i lavoratori attraverso proteste controllate.
La sinistra ufficiale è anche pronta a sostenere Fini contro
Berlusconi, e quindi a diffondere confusione sulle questioni politiche
decisive.
I recenti sviluppi legati alla legge bavaglio rappresentano
una ulteriore pericolosa svolta a destra nella politica italiana.
I lavoratori si trovano davanti alla sfida di liberarsi dalle
catene dei sindacati e dei cosiddetti partiti di sinistra
e sviluppare una propria lotta indipendente.