Le elezioni hanno avuto luogo domenica e lunedi in 13 delle
20 regioni dItalia. Lelezione ha portato una inaspettata
vittoria per lalleanza di centro-destra guidata dal primo
ministro Silvio Berlusconi, che ha vinto in quattro regioni e
ora governa in un totale di sei. In particolare, il partito razzista
di destra, la Lega Nord che partecipa nella coalizione di governo
di Berlusconi, ha notevolmente aumentato le sue percentuali
Anche se vi è una diffusa opposizione popolare alle
politiche di Berlusconi, lopposizione, guidata dal Partito
Democratico (PD), non è stata in grado di trarne profitto.
Il PD ha perso importanti regioni alla destra, tra cui il Lazio,
e la roccaforte della classe operaia, il Piemonte, centrata sul
polo industriale di Torino. Il PD e la sua alleanza hanno mantenuto
il potere in solo 7 regioni. Nel 2005, il partito aveva governato
in un totale di 11 regioni.
Mentre gli elettori hanno punito il PD, lopposizione
a Berlusconi è stato espressa da un livello molto basso
di affluenza alle urne: un minimo storico del 64 per cento. Alle
precedenti elezioni regionali, laffluenza alle urne era
stata del 72 per cento. In alcune regioni, come i bastioni
rossi della Toscana, dellEmilia-Romagna e delle Marche,
laffluenza alle urne è scesa del 10 per cento in
alcuni casi rispetto a cinque anni prima.
Il risultato elettorale ha dimostrato la bancarotta politica
del PD, e delle organizzazioni che gli orbitano intorno le quali
insieme si descrivono come il centro-sinistra. Tali
organizzazioni comprendono Rifondazione Comunista (PRC),
il Partito Radicale guidato da Emma Bonino, ex ministro del commercio
sotto il governo Prodi II, e il partito dellItalia dei Valori
di Di Pietro, venuto alla ribalta per la sua campagna contro la
corruzione (Tangentopoli). Di Pietro è stato anche ministro
del secondo governo Prodi.
Lalleanza di centro-sinistra ha registrato un calo di
voti nonostante il drammatico peggioramento della crisi economica
in Italia, il rapido aumento della disoccupazione, la crescente
polarizzazione sociale e la vasta opposizione a Berlusconi e il
suo governo. Non serve guardare lontano per capire perché
ciò sia avvenuto. Nessuno dei partiti coinvolti nella alleanza
di sinistra è in grado di affrontare i problemi sociali
e le preoccupazioni della stragrande maggioranza della popolazione
e di intraprendere una seria lotta contro le politiche di Berlusconi.
In particolare, essi sono sempre stati contrari a una mobilitazione
della classe lavoratrice perchè ciò avrebbe conflittuato
con le politiche del centro-sinistra stesso. Le loro critiche
a Berlusconi sono interamente di natura tattica. Anche essi difendono
gli interessi delle banche e dellélite al potere.
Considerano la corruzione e gli scandali che caratterizzano il
regime di Berlusconi come un ostacolo per imporre le stesse drastiche
misure attualmente in corso in Grecia. Tali partiti vorrebbero
sbarazzarsi di Berlusconi, ma si oppongono con veemenza a qualsiasi
mobilitazione di massa a tale fine.
La codardia politica dellalleanza di centro-sinistra
si è manifestata durante lelezione attraverso il
supporto di manovre antidemocratiche. Quando è emerso che
il Popolo della Libertà (PDL) aveva presentato le proprie
liste elettorali troppo tardi ed era stato squalificato dalle
elezioni cè stato un tripudio generale. Hanno reagito
in modo simile quando il PDL è stato escluso dalla scheda
elettorale in Lombardia, perché aveva raccolto un numero
insufficiente di firme, o meglio, quando è emerso che un
certo numero di firme consegnate erano evidentemente false.
Lopposizione sperava di fermare Berlusconi attraverso
tali manovre. Le loro speranze, però, erano completamente
fuori strada. Infatti, Berlusconi è riuscito a presentarsi
come vittima di manovre antidemocratiche e come difensore del
diritto di voto. Egli ha fatto appello contro le sentenze in due
occasioni, e in entrambi i casi un tribunale amministrativo ha
dichiarato che il suo partito non era riuscito a soddisfare i
criteri necessari. Berlusconi ha quindi emanato un decreto al
Senato, dove il suo partito ha la maggioranza, che stabilisse
retroattivamente una nuova data per la presentazione delle liste
elettorali. Questo decreto è stato firmato dal Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano, ma la lista del PDL è
rimasta esclusa dalla città di Roma fino a poco prima della
votazione.
Berlusconi ha usato questo episodio nel suo solito modo demagogico
per lamentarsi per il ritardo nella registrazione del suo partito,
che secondo lui aveva subito una grave discriminazione: È
una questione di libertà e democrazia. Se la sinistra vincesse
per aver cancellato la lista degli altri sarebbe un precedente
pericolosissimo.
Il tentativo di escludere il partito di Berlusconi dalle elezioni
con tali manovre burocratiche è stato sufficiente per mobilitare
i sostenitori del PDL e consentire alla destra di vincere il Lazio
e la città di Roma, anche se una serie di partiti di opposizione,
compresa Rifondazione, hanno sostenuto la candidatura di
Emma Bonino del Partito Radicale.
Un altro mezzo usato dallalleanza di sinistra per sopprimere
una mobilitazione indipendente delle masse è stato il movimento
Il popolo viola. Nel corso di una serie di incontri
e comizi, leader sindacali, artisti, giornalisti ed ex ministri
durante il governo Prodi hanno dichiarato che la lotta contro
Berlusconi non era politica, ma piuttosto una questione morale.
Lo slogan centrale del movimento è stata lesigenza
di un ritorno alletica politica.
Il 13 marzo a Roma, nel corso di una manifestazione di protesta
contro il decreto salvaliste di Berluisconi, il leader del PD,
Pier Luigi Bersani, ha chiesto la collaborazione di tutti coloro
che hanno rispetto per la democrazia. Bersani ha spiegato alla
maniera di un filisteo politico che gli italiani dovrebbero cercare
di lavorare insieme in particolare per garantire che un cambiamento
di coscienza si riflette alle urne da parte dei cittadini, sia
da destra che da sinistra.
Rifondazione Comunista ha svolto un ruolo particolarmente
spregevole alle elezioni. Proprio come fece durante la collaborazione
con il governo Prodi, Rifondazione ha fornito al partito
pro-capitalista PD una copertura di sinistra e ha formato la propria
alleanza di sinistra a tal fine. Oltre a Rifondazione,
questa alleanza includeva i Comunisti Italiani (Pdci) e altri
due gruppi minori. Lunica richiesta sollevata dallalleanza
era l anti-berlusconismo, e ha sostenuto i candidati
del PD in otto regioni separate. Nel Lazio, ha sostenuto la campagna
elettorale di Emma Bonino e il Partito Radicale.
Queste elezioni hanno rivelato il livello di bancarotta politica
di Rifondazione. In Campania, dove il partito ha sostenuto
il suo leader ed ex ministro per gli affari sociali nel governo
Prodi, Paolo Ferrero, Rifondazione ha raccolto solo l1,56
per cento dei voti. Lalleanza di sinistra ha ricevuto solo
il 2,0 per cento in Lombardia, il 2,8 per cento in Emilia Romagna,
l1,5 per cento a Venezia, il 3,8 per cento nelle Marche,
e il 2,7 per cento nel Lazio.
La misura in cui Rifondazione è stata screditata
si è rivelata particolarmente in Emilia Romagna, dove il
comico Beppe Grillo è stato in grado di raccogliere il
6,0 per cento dei voti, contro il 2,8 per cento di Rifondazione.
Questo nonostante il fatto che Beppe Grillo sia privo di una prospettiva
politica ed abbia imperniato la sua campagna solo sullesigenza
che nessun condannato o accusato di un reato possa entrare in
parlamento.
Nichi Vendola, a capo di una fazione che si è staccata
da Rifondazione un anno e mezzo fa, è stato in grado
di difendere il suo posto di presidente della regione Puglia.
Vendola ha ottenuto il 48,7 percento dei voti sulla base del sostegno
del PD, lAlleanza di Sinistra e il Partito Radicale. In
quasi tutte le altre regioni, la lista di Vendola, Sinistra
Ecologia e Libertà, ha presentato candidati come
parte dell alleanza di centro-sinistra.
Grazie alla bancarotta politica della sinistra, Berlusconi
è uscito rafforzato dalle elezioni, con sua grande sorpresa.
Solo poche settimane fa, una serie di sondaggi avevano previsto
perdite pesanti per il suo partito. Martedì scorso, è
andato davanti alla stampa e ha parlato di vittoria storica.
In realtà, il Popolo delle Libertà ha vinto con
una media di appena il 27 per cento, il 10 per cento in meno rispetto
alle elezioni parlamentari del 2008. Nello stesso anno, lalleanza
di centro-destra ha ottenuto il 47 per cento. E stato in
particolare il partito razzista della Lega Nord che è stato
in grado di aumentare la sua quota di voto raggiungendo una media
del 13 per cento. Il risultato per la Lega Nord ha messo in luce
come certe prospettive di estrema destra possano approfittare
del rifiuto da parte di certe alleanze di sinistra di opporsi
alla politica capitalista del governo.