Questo articolo è stato precedentemente pubblicato
in inglese il 24 ottobre 2008.
Il 17 Ottobre ha visto uno sciopero generale che esprimeva
un'opposizione agli attacchi lanciati dal governo Berlusconi contro
i lavoratori.
I punti di maggior dibattito sono i bassi salari e i contratti
a tempo determinato che hanno ormai pervaso vari settori, oltre
ai tagli alla sanità e alle "riforme" dell'istruzione
che minacciano il lavoro di 87.000 insegnanti.
La scorsa settimana, manifestazioni costituite da lavoratori
del trasporto, istruzione, sanità e servizi di pronto soccorso
hanno paralizzato il traffico a Roma, Milano e Torino. Un rappresentante
dei sindacati descriveva la situazione "un successo al di
là della nostra immaginazione". A Roma, i sindacati
hanno dichiarato che circa 300.000 hanno manifestato nel corteo
principale a Piazza San Giovanni. Nella capitale, inoltre, la
polizia in assetto antisommossa ha protetto l'entrata del Ministero
della Pubblica Istruzione per prevenire l'accesso agli studenti
di licei e università.
Una lavoratrice a Roma, Adriana Renza, mentre tentava di raggiungere
il suo lavoro nonostante lo sciopero, diceva: "Ci sono troppi
tagli. Stanno facendo riforme che non ci piacciono, specialmente
per le scuole. Abbiamo bambini a scuola e ciò toccherà
a tutti da vicino."
A Milano, sono stati stimati circa 50.000 manifestanti per
un simile corteo a Piazza del Duomo. La polizia locale ha descritto
la situazione del traffico come "caotica". A Venezia,
i vaporetti sono stati operati a regime ridotto, con circa il
48% degli operatori aderenti allo sciopero. Alcuni voli sia nazionali
che internazionali sono stati annullati.
La proposta di tagli di costi e di privatizzazione da parte
del Ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelminila
cosiddetta "Riforma Gelmini"ha incontrato proteste
da parte di studenti, dalle università alle elementari,
in concerto con insegnanti a Roma, Milano e altre città.
La legge 133, passata nell'agosto 2008 è l'inizio di
un processo di privatizzazione delle università. I fondi
sono stati sostanzialmente ridotti e il turnover degli insegnanti
è limitato al 20 per cento, ossia un nuovo insegnante può
essere assunto solamente dopo il pensionamento di cinque suoi
colleghi. Il decreto Gelmini reintroduce grembiuli obbligatori,
un antiquato sistema di voti, inclusa la reintroduzione del voto
in condotta, la regressione al maestro unico per classe invece
dei tre ogni due classi e la segregazione degli immigranti nelle
"classi ponte".
A Milano, scontri tra la polizia e gli studenti hanno causato
tre feriti e vari contusi. Gli scontri sono avvenuti in seguito
all'intenzione degli studenti di occupare il Politecnico. La stazione
di Bologna è stata invasa. A Firenze ci sono stati 40.000
manifestanti. Per il 3 novembre, giorno dell'inaugurazione dell'anno
accademico al Politecnico di Milano dove la Gelmini dovrà
apparire, gli studenti hanno annunciato "azioni incontrollate".
Il premier Berlusconi ha provato a distogliere l'attenzione
dal fatto che sta affrontando la sua prima importante opposizione
di massa dal suo insediamento cinque mesi fa annunciando una battaglia
contro la mafia.
La scorsa settimana ha avvertito che nazioni esportatrici di
petrolio e fondi stranieri potrebbero approfittare della crisi
del mercato di borsa al fine di acquisire a buon mercato azioni
di compagnie italiane. Ha quindi annunciato che intendeva resistere
a tali iniziative. Ma la Libia, ex colonia italiana produttrice
di petrolio, la scorsa settimana ha acquisito una partecipazione
sostanziale nel capitale Unicredit, il che non sarebbe mai accaduto
senza il benestare di Berlusconi.
Il governo italiano ha cercato di minimizzare l'impatto della
crisi finanziaria sulle banche italiane sostenendo che le politiche
di crescita e il sistema bancario nazionale basato su una struttura
di credito conservatrice (con l'eccezione di Unicredit) le abbia
protette dalla parte peggiore della tempesta. Ma il Ministro dell'Economia
Tremonti ha già ammesso che il problema sui mercati mondiali
si è trasformato da finanziario a economico.
L'economia italiana si era già avviata verso la recessione
prima della crisi bancaria. Ora è giunta ad un punto critico.
Nel prepararsi ad affrontare l'inevitabile crescita di opposizione
di massa, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha recentemente
annunciato piani di riforma della normative sul lavoro per "regolare"
scioperi, forzando i sindacati a interpellare i loro membri prima
di organizzare qualsiasi azione industriale.