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Il nuovo governo Berlusconi promuove xenophobia

By Marianne Arens
23 maggio 2008

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Questo articolo è stato precedentemente pubblicato in inglese e in tedesco il 16 maggio 2008 prima dei pogrom e delle deportazioni di massa avvenuti a Roma e a Napoli.

Nicola Tommasoli è stato sepolto nella città di Verona sabato scorso. Il ventinovenne è stato picchiato a morte il primo maggio da un gruppo di neonazisti. Una folla di oltre 300 persone in cordoglio lo ha accompagnato alla sua destinazione finale. Per volontà dei genitori e della fidanzata, i politici e la stampa sono stati esclusi dalla funzione.

La sera del primo maggio, Nicola veniva attaccato nel centro di Verona da un gruppo di rinomati teppisti appartenenti ai circoli naziskin e neonazisti. Quando si rifiutava di dare loro una sigaretta lo gettavano a terra prendendolo ripetutamente a calci di stivali in testa e sul corpo. I traumi sono stati cosí gravi che non si è più ripreso.

Una settimana dopo l’assalto, l’otto maggio, Tommasoli moriva. Lo stesso giorno Silvio Berlusconi presentava ai cittadini la lista del suo quarto governo. Sebbene i due eventi non abbiano una connessione diretta, non è accidentale che si siano verificati praticamente allo stesso tempo. I delinquenti di estrema destra si sentono rinforzati dal ritorno al potere della destra.

In questi ultimi mesi si è notato un aumento di violenza di destra in Italia. Il teppismo di elementi neofascisti alle partite di calcio è luogo comune. A Roma estremisti di destra hanno attaccato dei romeni con bastoni e coltelli dopo che una giovane donna italiana era stata attaccata e aveva perso la vita. Anche un ristorante frequentato da omosessuali è stato preso di mira da attacchi simili.

Nella città di Verona, dove il codardo omicidio del povero Nicola è avvenuto, Flavio Tosi, membro della secessionista Lega Nord, è stato eletto sindaco un anno fa nonostante qualche anno fa sia stato condannato per “diffusione di idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico”. Dopo la sua nomina le attività dei naziskin e di delinquenti di destra si sono intensificate.

Gianfranco Fini, leader del partito postfascista Alleanza Nazionale e nuovo presidente della Camera dei Deputati, ha minimizzato l’omicidio di Verona, secondo lui meno grave delle azioni di alcuni radicali di sinistra a Torino. Durante la celebrazione della festa del lavoro a Torino, alcuni dei presenti hanno manifestato la loro opposizione alla partecipazione di Israele alla fiera del libro di Torino bruciando entrambe le bandiere americana e israeliana. Fini dichiarava in televisione che tale evento era molto più grave di ciò che era accaduto a Verona.

Il governo Berlusconi

Durante la recente campagna elettorale, il miliardario re dei mass media Berlusconi ha forgiato un’alleanza con partiti apertamente neofascisti e razzisti. Il suo governo è destinato a seguire la linea xenofoba marcata durante la campagna elettorale.

Il nuovo governo è caratterizzato da due elementi essenziali. Da una parte, consiste di stretti seguaci di Berlusconi—alcuni giornali si riferiscono a una “guardia pretoriana” e in questo paragonano Berlusconi a Vladimir Putin, ex presidente russo e suo amico personale. Dall’altra, Berlusconi ha assegnato posizioni prominenti a politici xenofobi, inclusi alcuni che in precedenza erano stati costretti a dimettersi per aver espresso pubblicamente il loro odio razzista.

I ministeri più importanti sono gestiti da figure che hanno già occupato cariche governative in precedenza e da altri personaggi che hanno mantenuto strette relazioni con il magnate mediatico dall’inizio della sua carriera. Inoltre, Berlusconi ha dato alcuni degli incarichi governativi a ministri più giovani che gli hanno dimostrato fedeltà incondizionata. Membri di quest’ultimo gruppo sono il ministro di Giustizia Angelino Alfano, 38 anni, siciliano, e Mara Carfagna, 32 anni preposta alle Pari Opportunità. La Carfagna ha cominciato la sua carriera su uno dei canali di Berlusconi e ha fatto notizia per il suo ruolo in una crisi matrimoniale che coinvolgeva il capo di governo.

Berlusconi ha reso molto chiaro il fatto che sarà lui stesso a prendere le decisioni governative importanti. “Se necessario, deciderò da solo,” ha dichiarato, e in questo senso sembra aver preso in prestito le formule del presidente francese Nicolas Sarkozy. Il Süddeutsche Zeitung riporta: “Non sa cosa farsene di strutture che mirano al controllo del potere in uno stato costituzionale parlamentare—strutture come l’opposizione, la legge e un pluralismo mediatico”.

L’orientamento xenofobo del nuovo governo diventa particolarmente evidente dalla nomina di Roberto Maroni come ministro dell’Interno. Maroni è membro della Lega Nord e fu ministro del Lavoro e Politiche Sociali (Welfare) nel Berlusconi II e III.

Maroni sta per inoltrare un progetto di legge al governo questo venerdí, il “pacchetto sicurezza”, disegnato per combattere il crimine e l’immigrazione clandestina. La legge convertirà i campi profughi esistenti in una sorta di prigione per immigrati “illegali”, ove possono essere detenuti fino a 18 mesi. Il nuovo ministro dell’Interno stesso vuole ripulire e sgombrare gli accampamenti alle periferie di Roma e sospendere gli accordi di Schengen che regolano lo smantellamento dei controlli di confine all’interno dell’UE.

Berlusconi ha poi creato un nuovo ministero speciale per Roberto Calderoli—altro membro della Lega Nord. Quest’ultimo è stato nominato ministro del Dipartimento per la Semplificazione Normativa. Calderoli fu ministro delle Riforme Istituzionali e Devoluzione nel Berlusconi II e III, ma fu costretto a dimettersi per provocazioni anti-islamiche. Apparve in televisione indossando una maglietta che ritraeva uno dei controversi disegni su Maometto. Le sue azioni causarono proteste in Libia che risultarono nella morte di 11 persone.

Calderoli è noto per i suoi commenti razzisti contro gli immigrati, gli omosessuali e gli italiani del meno abbiente sud. In un’occasione disse degli immigrati: “Che tornino nel deserto a parlare con i cammelli o nella giungla con le scimmie, ma a casa nostra si fa come si dice a casa nostra!” ha anche dichiarato apertamente che le forze della marina dovrebbero aprire il fuoco sulle barche di profughi africani nel Mediterraneo. Il suo ritorno al governo rappresenta un dichiarato atto di provocazione.

Anche il leader della Lega, Umberto Bossi, ha ottenuto un posto al governo. Bossi è responsabile di dichiarazioni come: “O con le buone o con le cattive i clandestini vanno cacciati... C’è un momento in cui occorre usare la forza.” Come ministro delle Riforme per il Federalismo, Bossi sarà responsabile della crescente indipendenza delle regioni settentrionali più ricche dal più povero sud. Questo è sempre stato uno degli obiettivi principali della linea politica della Lega.

Bossi è tuttavia ministro senza portafoglio. Questa è una misura cautelare da parte di Beslusconi mirata a sedare e controllare differenze potenzialmente esplosive all’interno della coalizione. Bossi è entrato ripetutamente in conflitto con Alleanza Nazionale sulla questione del separatismo del nord.

Il nuovo ministro degli Affari Esteri è Franco Frattini (Forza Italia). Ha ricoperto la carica di vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo alla Giustizia, Libertà, e Sicurezza dal 2004 al 2008. Per anni Frattini ha sollecitato l’UE a sigillare le sue frontiere contro “l’immigrazione illegale”. Il Giornale, una delle testate appartenenti a Berlusconi, riporta che Frattini ha proposto di implementare una legge che imporrebbe agli immigrati di lasciare l’Italia entro 90 giorni se non possono provare di avere un certo reddito minimo. La proposta è mirata principalmente contro immigrati poveri dalla Romania e sfida esplicitamente la politica di confini aperti dell’UE.

Il ministro dell’Economia e Finanze è Giulio Tremonti (Forza Italia), il quale ha occupato lo stesso incarico in tutti i governi Berlusconi precedenti. È considerato uno dei consiglieri più intimi di Berlusconi. La famosa Legge Tremonti del 1994 era un regalo all’impero mediatico di Berlusconi.

Tremonti sarà responsabile per gli attacchi che il nuovo governo sferzerà sulla classe lavoratrice. Berlusconi vuole penalizzare i “fannulloni” dell’impiego pubblico, aumentare l’età di pensionamento e abolire le tasse pagate dalle compagnie sugli straordinari. Queste sono solo alcune delle misure immediate del nuovo governo.

La Confindustria, che precedentemente apppoggiava il governo Prodi, ha esteso un cordiale benvenuto al nuovo governo. Il suo ex presidente, capo della Fiat e della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, ha espresso che “è ora che il sindacato apra gli occhi e si confronti con il mondo reale, rinunciando a pratiche vecchie, come quegli scioperi rituali e inutili che ogni due anni accompagnano puntualmente i rinnovi contrattuali. Riti logori e vanamente costosi per i lavoratori e per le imprese.”

Aspre contraddizioni

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Tremonti, considerato un ideologo prominente del partito di Berlusconi, ha suscitato molte polemiche durante la campagna elettorale con il suo libro La Paura e La Speranza. Nel libro ridicolizza la follia della globalizzazione che secondo lui sarebbe il lavoro di “fanatici” e che sarebbe responsabile dell’esplosione di prezzi, crisi finanziarie, disastri ambientali e tensioni geopolitiche. Tremonti descrive il “dominio del mercatismo” come “l’ultima follia ideologica del XX secolo”. Consiglia che l’UE implementi penalità su importazioni asiatiche e che escluda fondi stranieri dai mercati finanziari europei

Il libro di Tremonti ha suscitato timori nel mondo degli affari europeo che l’Italia possa intraprendere una traiettoria protezionista con la conseguente minaccia di destabilizzare l’unità dell’UE. Il presidente francese Sarkozy, che Berlusconi ammira, è anch’egli in favore di misure protezioniste al fine di proteggere gli interessi economici francesi.

Tali attacchi demagogici di Tremonti contro la globalizzazione e il mercatismo sono in primo luogo un’espressione delle contraddizioni contenute nel nuovo governo. Esso rappresenta gli interessi dei privilegiati e dei super ricchi, uno strato sociale cinico e corrotto che ha estratto fortune senza precedenti dall’apertura dei mercati finanziari.

Ma poiché il governo non ha risposte ai problemi della popolazione lavoratrice—prezzi in ascesa, aumento della povertà fra pensionati, disoccupazione giovanile, lavoro a basso reddito, montagne di mondezza a Napoli ecc.—ha scelto di implementare una propaganda nazionalista e razzista senza vergogna al fine di dirottare l’attenzione pubblica dai problemi sociali del paese. I 650.000 immigrati—che lavorano senza permessi come aiutanti domestici, badanti per bambini e per anziani, che lavorano la terra o in fabbrica per salari irrisori—vengono additati come capri espiatori.

Questa campagna ha ottenuto un certo successo solo sulla base della totale bancarotta politica della cosiddetta “sinistra”. Il governo uscente di Prodi, che aveva il supporto di tutte quelle organizzazioni emerse dallo smantellamento del Partito Comunista Italiano, ha implementato politiche dirette contro gli interessi della classe lavoratrice. Quest’ultima ha pagato per la riorganizzazione del bilancio statale di Prodi con tagli ai salari e alle pensioni. Ha inoltre fornito i soldati inviati da Prodi in Afganistan e in Libano e ha pagato le tasse utilizzate per finanziare il crescente militarismo.

Tutte queste misure ottennero il supporto della cosiddetta “sinistra”, sulla base che erano l’unica maniera per evitare un ritorno al potere di Berlusconi. Il ruolo più cinico veniva cosí giocato da Rifondazione Comunista la quale, come il Partito di Sinistra in Germania, usava retorica di sinistra mentre sosteneva un governo di destra.

Il risultato di questa politica è ora chiaro a tutti. Ha creato un vuoto politico che è stato immediatamente sfruttato dalla destra con la sua demagogia razzista.

Allo stesso tempo il paese è vittima di crescenti disuguaglianze e nuovi scontri sociali saranno inevitabili. Questo punto veniva messo in risalto alla fine di aprile scorso dalla rivista tedesca Der Spiegel: “È tutto da vedere come il malcontento sociale, le misure impopolari e le crisi economiche si manifesteranno nella nuova costellazione politica. Esiste la minaccia di un movimento extra-parlamentare e di scioperi illegali”.

Al fine di prepararsi per tale possibilità Berlusconi intende seguire il modello di Sarkozy usando la complicità dei partiti dell’opposizione. Nella sua dichiarazione di governo, dai toni volutamente moderati, Berlusconi ha offerto la possibilità di dialogo e cooperazione su questioni come le riforme costituzionali e i cambiamenti all’apparato statale. Il leader dell’opposizione Walter Veltroni ha già indicato il suo consenso. Mentre esprimeva una “profonda delusione” nei confronti della lista di ministri nominati da Berlusconi, prometteva di cooperare col nuovo governo su “riforme statali” e sul “bilancio”.