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I lavoratori italiani sotto attacco dalla finanziaria del governo Prodi

Di Marc Wells
17 ottobre 2007

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Con la finanziaria per il 2008 approvata a fine settembre il governo Prodi sferza un sostanziale e cinico attacco contro il tenore di vita di milioni di lavoratori italiani che continuano così progressivamente a perdere decenni di conquiste sociali mentre una piccola oligarchia imprenditoriale accumula immensi profitti.

Mentre la sinistra radicale—Rifondazione (PRC) e Comunisti Italiani (PdCI)—ha dimostrato modesta opposizione contro alcune delle misure più estreme, come la “riforma” sulle pensioni e sul welfare, nessuno di tali partiti prende una posizione di principio al fine di bloccare il passaggio della finanziaria in Parlamento.

Invece di far cadere il governo su questioni fondamentali come le pensioni, il welfare, la ridistribuzione della ricchezza, spese pubbliche, sicurezza di lavoro o diritti democratici, i partiti di “sinistra” hanno dato il loro benestare a un regime profondamente ostile agli interessi della classe lavoratrice.

La finanziaria limita il deficit al 2.3 per cento e il carico fiscale al 43 per cento del PIL per il 2007, promettendo numeri addirittura migliori per i prossimi tre anni attraverso l’abbassamento delle spese pubbliche dal 39.9 per cento del PIL di quest’anno al 38.6 per cento nel 2011.

Il fulcro della manovra è un principio bipolare ormai divenuto l’icona di politiche neoliberiste di tutto il mondo: la riduzione di tasse e un taglio ai fondi pubblici. I beneficiari della riduzione d’imposte sono le medie e grandi imprese. L’IRES (Imposta sul Reddito delle Società) è ridotta dal 33 per cento al 27.5 per cento; allo stesso tempo l’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) viene abbassata dal 4.25 per cento al 3.9 per cento.

Al polo opposto dello spettro sociale, circa 12 milioni e mezzo di italiani—più del 20 per cento della popolazione totale—riceveranno una ricompensa una tantum di €150 ciascuno. Va notato che i beneficiari di tale “ricompensa” saranno qualificati sulla base del loro reddito che, poiché estremamente basso, non è neanche tassabile. Il margine è di circa €700 al mese per lavoratori dipendenti, €4.800 l’anno per lavoratori autonomi, come riportato da Il Messaggero.

Un altro taglio fiscale riguarda l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili). Questa misera concessione darà ai proprietari della prima casa un credito fiscale aggiuntivo di €200 per tutto l’anno, mentre affittuari avranno diritto a una riduzione d’imposta di €300 (ridotta a €150 nel caso di redditi superiori €15.494 e inferiori a €30,987).

Un’eccezione a tale austerità fiscale è la spesa sulla “sicurezza della nazione”—tema ormai ricorrentemente usato al fine di rafforzare la posizione ufficiale del governo Prodi come fermo sostenitore della “guerra al terrorismo” ed altre misure repressive e antidemocratiche contro gli immigrati. Sotto tale insegna, vengono arruolati almeno 4.500 nuovi poliziotti, 1.000 agenti di finanza e 200 carcerieri, con un aumento della relativa spesa da €7,33 miliardi a €7,55 miliardi. Mentre quella parte della publica amministrazione riceve tale aumento, la spesa sociale complessiva soffre un taglio di più di €4,5 miliardi.

La società italiana si sta invecchiando, in senso relativo e assoluto, con tassi di natalità al di sotto di quelli di decesso (8,54 nascite contro 10,5 morti ogni 1.000 persone) e con un’età media in aumento, con un 20 per cento della popolazione sopra i 65 anni di età. Alla luce di ciò, assistenza medica tecnologicamente avanzata e assistenza agli anziani dovrebbero essere una priorità. Invece, entrambi i settori sono lasciati alla deriva, mentre il peso viene trasferito sempre di più sull’individuo.

Un altro campo che soffre di sottofinanziamento pubblico è l’istruzione. Similmente alle politiche dei primi anni del governo Bush negli USA, Prodi concede piccoli incentivi a studenti selezionati per l’acquisto di nuovi libri, marcando una tendenza verso la privatizzazione del settore e un rifiuto del governo di allocare fondi sufficienti per la creazione e il mantenimento di un sistema educativo universale che sia adeguato e al passo coi tempi.

La pressione della crisi finanziaria internazionale causata dal collasso del mercato dei mutui “sub-prime” negli USA e dal collasso di varie istituzioni bancarie in Germania e nel Regno Unito è una ragione oggettiva di preoccupazioni per la classe dirigente italiana, specialmente i grandi industrialisti. Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente della Ferrari, ora presidente della FIAT e della Confindustria, non ha esitato ad esprimere giudizi favorevoli nei confronti della finanziaria come “un passo nella giusta direzione”.

La finanziaria di Prodi non è in grado di soddisfare le necessità di milioni di lavoratori che invece si trovano sotto attacco. I contratti di lavoro della pubblica amministrazione non vengono rinnovati al momento—il governo dice che non ci sono fondi per tale manovra—il che crea un’atmosfera sociale di estrema incertezza per il futuro di decine di migliaia di famiglie. Tale manovra non è un incidente. Il governo sta cercando di ammortizzare l’impatto della finanziaria amministrando il veleno in dosi. Le conseguenze saranno alla fine devastanti per la classe lavoratrice.

Impiegati del settore pubblico non riceveranno un aumento di salario o una riduzione di tasse, mentre lavori temporanei, ora definiti “stagionali”, saranno offerti per un massimo di tre mesi, non rinnovabili, secondo Il Messaggero. In altre parole, secondo questa finanziaria, i lavori temporanei non solo non avranno nessuna possibilità di normalizzazione, ma cesseranno irrevocabilmente alla fine dei tre mesi.

La complicità della sinistra radicale, principalmente composta da Rifondazione (PRC), Verdi e gli stalinisti Comunisti Italiani (PdCI), era prevedibile. La loro partecipazione nominale nella formulazione della manovra ha assicurato il passaggio al Senato. Lodandosi per aver spinto misure come lo stanziamento di un misero e inadeguato fondo di €400 milioni per le esigenze abitative degli incapaci o la creazione di mille nuovi alberi anti-inquinamento, hanno fornito la copertura perfetta per gli aspetti più reazionari della finanziaria.

Sotto lo slogan fallimentare dello scegliere “il minore dei due mali”, dando supporto a Prodi per evitare Berlusconi, bloccano consapevolmente qualsiasi possibilità di lotta contro l’intero sistema di profitto e i suoi sostenitori, ossia contro le vere cause di tali attacchi contro la classe lavoratrice.

Nel frattempo, il nuovo Partito Democratico, risultato della coalizione fra Democratici di Sinistra, La Margherita e altri partiti più piccoli del centro-sinistra, ha indetto le proprie elezioni primarie per il 14 ottobre. Il voto è stato esteso a persone da 16 anni di età in su, una mossa volta a distrarre l’attenzione dal malcontento della maggior parte della gioventù nei confronti della guerra, la mancanza di posti di lavoro, il deterioramento del sistema d’istruzione e le tensioni sociali in aumento.

I sindacati CGIL, CISL e UIL hanno annunciato uno sciopero di otto ore il 26 ottobre con il supporto dei partiti di “sinistra”. I lavoratori non devono nutrire alcuna illusione su tali iniziative e proteste formali organizzate dagli stessi sindacati e partiti che hanno già firmato l’atto di capitolazione alla riforma delle pensioni e del welfare.

Per la classe lavoratrice italiana, come per quella internazionale, c’è solo una soluzione politica ai problemi correnti: una mobilitazione basata su una prospettiva socialista internazionalista che sia indipendente da tutte le varie fazioni borghesi e di falsa sinistra che continuano a sostenere il sistema capitalista.