Dopo un rapido negoziato fra governo e sindacati, il 20 luglio
scorso il premier Romano Prodi ha vinto laccordo sulla cosiddetta
riforma delle pensioni. La riforma Prodi è
un passo importante verso labolizione di quel sistema pensionistico
italiano relativamente generoso che fu introdotto negli anni 60.
Il sistema pensionistico italiano è dimportanza
fondamentale per il sistema sociale del paese. Poiché la
regolamentazione per la disoccupazione e il welfare è alquanto
inadeguata, il sistema pensionistico assume unimportanza
sociale cruciale. Almeno in teoria, fino ad oggi un individuo
in Italia poteva ricevere una pensione intera alletà
di 57 anni. Solo tre anni fa letà media di pensionamento
in Italia era di 59 anni.
Berlusconi prima di Prodi aveva già tentato di smantellare
il sistema pensionistico nel 2004. Secondo quella proposta, gli
italiani avrebbero dovuto lavorare almeno fino a 60 anni, con
40 anni di contributi versati, invece del sistema esistente che
prevede 35 anni di contributi.
Una delle promesse principali di Prodi durante la sua campagna
elettorale di un anno e mezzo fa fu proprio la cancellazione della
riforma, soprannominata lo scalone. La proposta avanzata
ora da Prodi non è altro che la stessa di Berlusconi, in
una forma leggermente alterata
Invece di un aumento delletà pensionabile da 57
a 60 anni entro il 1º gennaio 2008, il margine sarà
innalzato a stadi fino ad arrivare alletà di 61 anni
entro il 2013. Allinizio del 2008 letà minima
verrà aumentata a 58 anni, inoltre un aumento in anni di
contributi verrà introdotto gradualmente. Lobiettivo
del governo, parallelamente con altri paesi europei, è
quello di stabilire unetà pensionabile fra i 65 e
i 67 anni al fine di defalcare porzioni sostanziali di costi sociali
dal bilancio dello stato.
Allo stesso tempo la nuova legge si propone di incoraggiare
la privatizzazione dei fondi pensionistici. Spostando il metodo
da statale a privato, la legge espone le pensioni ai rischi del
mercato di borsa mentre promette ampi guadagni per i grandi investitori.
Il risultato inevitabile di questa manovra sarà un aumento
della disuguaglianza sociale e la prospettiva di una vecchiaia
vissuta in povertà per molti pensionati. In condizioni
in cui la disoccupazione e il precariato del lavoro aumentano,
per milioni di persone con basso reddito diventa sempre più
difficile risparmiare parte del proprio salario per la pensione.
I pensionati esistenti già stanno soffrendo le conseguenze
di uninflazione incalzante e di un aumento vertiginoso del
costo della vita soprattutto dallintroduzione delleuro.
Secondo recenti statistiche, il 24 per cento dei pensionati in
Italia (oltre tre milioni di cittadini) sopravvive con 500
al mese o meno. Un ulteriore 31 per cento riceve una pensione
fra 500 e 1.000.
Negli ultimi anni il malcontento per il peggioramento delle
condizioni dei pensionati è stato espresso in varie manifestazioni
di massa. Ad ottobre del 2003 dieci milioni di italiani hanno
partecipato ad uno sciopero generale. Alla fine di quellanno
più di un milione di persone hanno partecipato ad una manifestazione
contro i programmi di Berlusconi. La protesta è stata condivisa
da lavoratori di fabbrica e impiegati, oltre che pensionati, giovani,
studenti e numerosi artisti e autori di rilevanza.
A metà giugno di questanno vaste masse hanno manifestato
in molte città italiane contro il continuo deterioramento
delle condizioni di vita dei pensionati. Tutti i sindacati principali
hanno partecipato a tali proteste promettendo di usare la loro
forza contrattuale al fine di difendere e migliorare il sistema
pensionistico del paese.
Tuttavia, solo poche settimane dopo tutti i capi dei sindacati
principaliGuglielmo Epifani (CGIL), Raffaele Bonanni (CISL)
e Luigi Angeletti (UIL)hanno avallato il piano del governo
Prodi che a fine agosto sarà sottoposto al voto parlamentare
nel contesto della finanziaria. Non è una coincidenza che
tale manovra accada proprio durante il mese in cui la stragrande
maggioranza dei lavoratori italiani si trova in ferie. Il fine
è quello di evitare proteste di massa.
Il segretario generale della CGIL Epifani ha riportato alla
stampa che lincontro con il governo è stato un
confronto duro e difficile e che i sindacati hanno insistito
su una serie di concessioni al fine di giustificare la loro capitolazione.
Epifani ha cercato di camuffare la sconfitta dichiarando che nel
futuro le donne potranno pensionarsi a 60 anni. Resta il fatto
che Epifani ha firmato la distruzione del sistema pensionistico
precedente.
Esponenti di rilievo della coalizione di governo, soprattutto
rappresentanti del DS, hanno mostrato con fermezza il loro supporto
per la riforma pensionistica. Il 29 giugno, durante unintervista
televisiva, il sindaco di Roma Walter Veltroni (DS) dichiarava
che Cè uno squilibrio molto forte del sistema
pensionistico e questo squilibrio deve essere fronteggiato con
una ingente quantità di risorse. Queste risorse devono
essere spostate sulla lotta alla precarietà. Cè
una trattativa in corso con i sindacati, ma laumento delletà
pensionabile è assolutamente obiettivo.
Veltroni è uno dei candidati più probabili alla
leadership del nuovo Partito Democratico ed è stato rappresentato
dalla stampa internazionale come possible alternativa a Prodi.
La rivista statunitense Newsweek lo ha recentemente definito
il Bill Clinton italiano lodando il suo supporto per
uneconomia di libero mercato e il suo entusiasmo per gli
Stati Uniti.
Due partiti di sinistra nella coalizione di governoRifondazione
Comunista (PRC) e i Comunisti Italiani (PdCI)sono stati
dimportanza cruciale nello spianare la strada a questa nuova
legislazione pensionistica. I vertici di partitoper il PRC
Fausto Bertinotti e il suo successore Franco Giordano; Oliviero
Diliberto per il PdCIavevano promesso ripetutamente di opporre
lo scalone di Berlusconi e Prodi e di difendere il sistema
delle pensioni con tutta la loro forza.
Tuttavia, dopo la firma dellaccordo fra governo e sindacati,
Giordano ha cercato di giustificare il programma dichiarando che
Chi ha 40 anni di contributi è fuori. Ora va fatto
un referendum tra i lavoratori.
Fu altrettanto vago in unaltra sua dichiarazione del
28 luglio in cui asseriva che con laccordo si apre
una stagione di mobilitazione politica e sociale delle sinistre
in tutto il paese; una stagione di iniziativa unitaria intesa
a ristabilire la connessione fondamentale tra popolo e politica,
tra le aspettative riposte da milioni di persone nellUnione
e lazione concreta della maggioranze e del governo. Dallesito
di quel conflitto dipenderà il nostro voto in Parlamento.
Due giorni dopo il segretario dei Comunisti Italiani Diliberto
dichiarava: Devo ammetterlo, non mi aspettavo un accordo
così, sono molto deluso, si era parlato di altre cose ...Se
il governo ci avesse almeno consultati probabilmente la proposta
sarebbe stata migliore. Alla domanda se erano delusi al
punto di votare contro laccordo rispondeva:Significherebbe
votare contro la finanziaria... Vedremo quale sarà lo strumento
parlamentare. Noi faremo come sempre una battaglia emendativa.
...Ma in autunno riprenderemo la battaglia sulle pensioni.
In realtà queste organizzazioni hanno capitolato da
tempo alla politica di Prodi. Sei mesi fa hanno acconsentito ad
alcune richieste da parte del primo ministro con le quali questultimo
si attribuiva poteri incontrastati in materia di stesura del piano
politico di governo.
A metà febbraio scorso Prodi aveva dato le dimissioni
in seguito ad una mancata maggioranza sulla questione della partecipazione
dellesercito italiano alloccupazione dellAfganistan.
In tale occasione dichiarò di essere disposto a riprendere
la carica di capo di governo solo se i nove partiti della sua
coalizione avessero firmato un programma di dodici punti che stabiliva
la partecipazione militare in Libano e Afganistan, lestensione
di basi militari statunitensi sul territorio italiano e il supporto
per riforme neo-liberali, come appunto quella pensionistica.
E stato esattamente a questo punto che Rifondazione e gli
altri parti cosiddetti di sinistra hanno acconsentito a dare supporto
alla proposta di Prodi di modificare il sistema pensionistico.
Due giorni prima dellincontro con i sindacati a luglio,
tutti i partiti della coalizione di governo avevano accettato
in parlamento una serie di misure proposte da Prodi che di nuovo
minacciava di dare le dimissionila sua ventesima minaccia
questanno. Le misure vertivano su una serie di finanziamenti
pubblici, visto lattivo in bilancio, fra i quali un finanziamento
per giovani senza lavoro fisso, per la partecipazione dellItalia
in Bosnia (100 milioni di euro) e un misero aumento di 33
al mese per pensionati che ricevono la pensione minima.
Con lapprovazione di tale pacchetto, i vari partiti della
maggioranza implicitamente accettavano la riforma
delle pensioni di Prodi.
La stampa italiana ha riportato che il ministro europeo Emma
Bonino ha anche lei minacciato di dare le dimissioni nel caso
Prodi cedesse alla pressione dei sindacati e posponesse la riforma
pensionistica. LUnione Europea e il Fondo Monetario Internazionale
hanno avanzato la richiesta specifica che lo stato riduca drasticamente
le spese destinate al fondo pensionistico.
In seguito allincontro con i sindacati, il ministro delleconomia
e finanze Tommaso Padoa Schioppa ha dichiarato di essere soddisfatto
della riforma mentre si lamentava del ritardo nellimplementazione,
un ritardo che il ministro ha quantificato in un costo di 10 miliardi
di euro.
Esperti del mercato internazionale hanno espresso il loro scetticismo
nei confronti del piano. Secondo loro non è sufficiente.
Un rappresentante della Standard & Poor ha dichiarato che
il nuovo schema pensionistico causerebbe perfino nuovi costi aggiuntivi:
Ciò crea molte preoccupazioni verso un paese la cui
spesa pensionistica è la più alta dEuropa.
Lo stesso tono è stato adottato da Berlusconi il quale
ha altrettanto asserito che il programma non è sufficientemente
profondo. Allo stesso tempo, i suoi alleati politici, i secessionisti
della Lega Nord e i post-fascisti di Alleanza Nazionale, hanno
assunto una posa demagogica come difensori delle pensioni e del
pesce piccolo.
Lobiettivo di Berlusconi è quello di attrarre
il supporto dei piccoli imprenditori i quali appoggiano tagli
alle spese sociali quali i contributi pensionistici e riduzioni
del peso fiscale. Allo stesso tempo dipinge Prodi come il rappresentante
dellUnione Europea, questultima ritratta come la causa
di molti problemi economici. Secondo Berlusconi, Prodi ha i giorni
contati con una coalizione così instabile.
Infatti fu proprio la questione delle pensioni che causò
la caduta del primo governo Berlusconi. In seguito a una serie
di scioperi e proteste di massa nel 1994 contro la sua riforma
delle pensioni, Berlusconi fu costretto a dimettersi in seguito
al distacco temporaneo della Lega dalla sua coalizione. I due
governi di centro-sinistra che lo succedettero proseguirono lassalto
alle pensioni, poi ripreso dal secondo governo Berlusconi. Ora
Prodi sta completando il processo iniziato da Berlusconi.
I cosiddetti partiti di sinistra nella coalizione
di Prodi, e in particolare Rifondazione, hanno ripetutamente confermato
la loro subordinazione ad ogni svolta a destra del governo, giustificando
il loro opportunismo politico come strategia necessaria per prevenire
un ritorno al potere di Berlusconi. Ora, in base alla stessa logica,
questi partiti si trovano nella posizione di imporre le stesse
misure da essi criticate quando venivano proposte dai loro acerrimi
nemici politici.